Ieri incontro Draghi-Conte. Il premier: «Rispetto impegni con la Nato o maggioranza rischia». Conte, però, tira dritto

«È impensabile una corsa al riarmo ora». Così su Facebook il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, l’indomani l’incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, descritto come «molto teso» da fonti citate dalle agenzie di stampa (dopo il faccia-a-faccia con Conte, il premier è stato ricevuto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, al Quirinale: il primo ha aggiornato il secondo sul dossier, ricevendo in cambio il sostegno all’azione di governo). Draghi ha spiegato che l’Italia è chiamata a rispettare gli impegni presi con la Nato, sottolineando che a rischio c’è la sopravvivenza del patto che tiene unita la maggioranza. Conte tira dritto, però: «Questa è la posizione del M5s, questa è la posizione che guarda all’interesse del Paese e ai bisogni dei cittadini. Non intendiamo fare passi indietro». «È fuori dalla realtà pensare di aumentare di almeno 12/15 miliardi la nostra spesa militare in due anni», ha proseguito Conte, sostenendo che «l’impegno del 2% può essere centrato solo con una crescita di spesa progressiva, spalmata nei prossimi anni, ad esempio da qui a quantomeno il 2030». Il Partito democratico segue preoccupato la vicenda mentre Italia Viva ribadisce la fiducia a Draghi: «Draghi è uno statista, Conte è un populista. Noi stiamo con Draghi e l’Italia», ha commentato il leader di Iv, Matteo Renzi. «Francamente uscirei da un dibattito approssimativo su cifre e date», ha commentato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, interpellato dall’Ansa, sottolineando che «l’impegno assunto in sede Nato nel 2014 e riconfermato da tutti i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti da allora prevedeva il raggiungimento del 2% del Pil per le spese della Difesa entro il 2024». «Fin dal momento in cui ho assunto la guida di questo dicastero ed anche in questi giorni ho sempre indicato sia l’esigenza di rispettare l’obbiettivo del 2%, sia la gradualità con cui raggiungerlo», ha aggiunto. «Dal 2019 ad oggi abbiamo intrapreso una crescita graduale delle risorse sia sul bilancio ordinario che sugli investimenti, che ci consentirà, se anche le prossime leggi di bilancio lo confermeranno, di raggiungere la media di spesa dei Paesi dell’Unione europea aderenti alla Nato e poi, entro il 2028, il raggiungimento dell’obiettivo del 2%», ha concluso Guerini.