Dal “Patto per Napoli” l’ossigeno e la spinta per il Mezzogiorno. E per il Pnrr.

Oggi a Napoli il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per la firma dell’accordo salva-Comune che consentirà al capoluogo di evitare il default. Il “Patto per Napoli” è il suo nome ed è stato sottoscritto dal premier e dal Sindaco, Gaetano Manfredi, al Maschio Angioino. Draghi ha portato in dote alla città la cancellazione di quasi 5 miliardi di euro di debito maturati negli anni, più una “fiche” di 1 miliardo e 231 milioni di euro di euro in 20 anni. «La sottoscrizione del “Patto per Napoli” segna un momento importante nella vita di una delle principali città italiane ma anche un momento di svolta nelle relazioni finanziarie tra lo Stato e gli enti locali», ha spiegato nel suo intervento il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Garofoli. Infatti, altre città saranno interessate da operazioni simili: Torino, Reggio Calabria e Palermo. Le risorse non vengono erogate a fondo perduto: il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si è impegnato a versarne il 25% (300 milioni di euro) attraverso un piano articolato tra nuove tasse, un incremento dell’Irpef (0,1) e il recupero dell’evasione. L’obiettivo è anche il Pnrr: 50 miliardi dovranno essere amministrati dai Sindaci d’Italia, molti dei quali a capo di Comuni in dissesto e con un personale ridotto ai minimi termini.
«La nostra sfida è permettere a Napoli, e con Napoli, a tutto il Mezzogiorno, di mantenere la centralità che merita. Ed è una sfida che deve unirci tutti: Governo centrale, enti territoriali, società civile», ha detto il Presidente del Consiglio prima di sottoscrivere il Patto per Napoli. «I Comuni sono al centro della prospettiva di sviluppo che abbiamo per l’Italia. Il Governo vuole metterli in condizione di poter programmare con maggiore serenità la crescita delle loro comunità». Il Patto nasce dalla collaborazione «attiva», come spiegato da Garofoli, tra gli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell’Economia e delle finanze, del ministero dell’Interno e del Comune di Napoli, in particolare l’assessore Pier Paolo Baretta.
«Il Pnrr richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa e va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri fondi europei», ha sottolineato Mario Draghi. «Dobbiamo poi saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica», snocciolando gli allarmanti dati sulla disoccupazione femminile e giovanile. «Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione giovanile era del 35%, al Nord del 15%. L’assenza di opportunità ha portato a un’emigrazione massiccia: si stima che, tra il 2002 e il 2020, oltre un milione di persone abbia lasciato il Sud, di cui circa il 30% laureate».