Sempre più urgente distinguere la previdenza fra le voci del bilancio dell’Inps

Cresce l’impatto delle pensioni di natura assistenziale, cosa che, inevitabilmente, è destinata a produrre ulteriori polemiche nel mondo politico e fra le parti sociali, dopo che, non più tardi di tre mesi fa, la commissione di studio incaricata dal ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha alzato bandiera bianca, dichiarando la sostanziale impossibilità a distinguere nel bilancio Inps la voce previdenza da quella assistenza. La Ugl, prima, e le altre sigle sindacali, successivamente, insistono da anni sull’importanza di distinguere le due voci anche nell’ottica di avere più potere contrattuale con Bruxelles per la riforma delle pensioni. Al 1° gennaio 2022, le pensioni vigenti sono 17.749.278, di cui 13.766.604 (il 77,6%) di natura previdenziale e 3.982.674 (il 22,4%) di natura assistenziale, per un importo complessivo di 281,6 miliardi di cui 195,4 miliardi per la parte previdenziale e 23,2 miliardi per quelle assistenziali. Complice il Covid-19, però, nel 2021, del milione e 315mila pensioni erogate, ben il 44,2% è di natura assistenziale. Altri dati interessanti che potrebbero influenzare l’andamento del tavolo di confronto fra governo e parti sociali sono quelli relativi alla composizione: il 68% delle pensioni è di vecchiaia, con una percentuale per sesso del 57,2% per gli uomini. Appena il 25% delle pensioni anticipate riguarda, invece, le donne.