di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

La crisi energetica in atto in queste settimane è questione non solo italiana, ma, per essere affrontata in modo efficace, deve diventare una priorità europea. Una considerazione anche del Presidente del Consiglio Draghi, che, nel corso delle comunicazioni alla Camera sulla risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani ha chiarito, fra le altre cose, il punto di vista italiano sul problema: “In questa crisi ognuno deve fare la sua parte. Il Governo è consapevole della necessità di ulteriori interventi ma la risposta a difesa di consumatori e imprese deve essere europea. Dobbiamo arrivare a una gestione comune del mercato dell’energia”. Il problema è comune: la Commissione europea ha infatti stimato i costi dei carburanti nella Ue annotando un andamento simile, con dati aggiornati al 14 marzo, quando, ad esempio, il diesel costava 2,31€ in Germania, 2,14€ in Francia e 2,15€ in Italia, con un incremento dei prezzi, nel nostro Paese, del del 40% per la benzina e del 50% per il diesel rispetto a un anno fa. La risposta deve quindi essere, ugualmente, comune e gli ultimi interventi dell’Esecutivo per calmierare i prezzi – col via libera, fra l’altro della stessa Ue – sono utili ma non certo sufficienti. La richiesta italiana sarà quella di una gestione comune del mercato dell’energia, con un coordinamento su acquisti, stoccaggi e diversificazione degli approvvigionamenti, anche perché con una voce europea unica crescerebbe il potere contrattuale verso i Paesi fornitori. Oltre a questo, la creazione di un tetto europeo ai prezzi, la separazione del prezzo del gas da quello dell’elettricità, investimenti sulle fonti alternative e maggiore attenzione verso la sponda sud del Mediterraneo. Maggiore coordinamento e maggiore indipendenza energetica. Strategie basilari che, a dire il vero, andavano messe in atto già da prima dell’impennata dei prezzi e della guerra in Ucraina, ma che speriamo, meglio tardi che mai, vengano finalmente attuate. Nell’auspicio che l’Europa si dimostri finalmente coesa e sembrerebbe che nel vertice di domani si vada verso un impegno dei Leader della Ue per un acquisto congiunto delle fonti energetiche. Stesso discorso anche sul tema della sicurezza alimentare, altrettanto fondamentale, per il quale occorre non tanto differenziare le forniture – qualcuno, come Dombrovskis, vorrebbe perfino una ripresa dei negoziati per l’approvazione del Ttip, l’accordo per maggiore libertà di scambio con gli Usa, sul quale l’Ugl era perplessa per la presenza di non poche criticità – quanto piuttosto riconvertire la produzione ai fini di una maggiore indipendenza alimentare invece che puntare su una diversa dipendenza, nel primario obiettivo di garantire ai cittadini europei una sufficiente disponibilità alimentare. Questo il nostro auspicio, per ragioni di sicurezza, salute, economia, occupazione.