In vista del Consiglio europeo, in programma domani e venerdì, il premier è intervenuto in Parlamento. Tanti i temi affrontati

«Davanti agli orrori della guerra l’Italia lavora con determinazione per la cessazione delle ostilità». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla Camera in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani – il premier è intervenuto anche in Senato –, che discuterà dell’invasione russa dell’Ucraina, di energia, di difesa e sicurezza, ma anche di questioni economiche dell’emergenza sanitaria (ancora in corso, nonostante l’allentamento di molte misure restrittive) e di relazioni esterne. Dall’inizio dell’invasione russa, esattamente un mese fa, i Paesi occidentali hanno aiutato il governo ucraino, inviando aiuti economici e militari. Le sanzioni, le più dure mai emesse nei confronti di un solo Paese, hanno cercato di indurre il Cremlino a fare un-passo-indietro. Pur essendo tra i principali sostenitori di questa linea (dura), l’Italia auspica una soluzione diplomatica al conflitto. Draghi lo ha ribadito anche oggi, sottolineando però che tutto dipende dalla Russia: «Lo sforzo diplomatico potrà avere successo solo quando lo vorrà realmente Mosca». «Fondamentale che l’Ue sia compatta nel mantenere spazi di dialogo con Pechino», ha aggiunto il premier. «Dobbiamo ribadire l’aspettativa che Pechino si astenga da un supporto a Mosca e sostenga lo sforzo di pace». Tra i temi affrontati dal Consiglio europeo, ci sarà anche quello legato «all’aumento dei prezzi dell’energia», che sono «ancora molto alti rispetto ai livelli storici, più di cinque volte rispetto a un anno fa», ha detto il premier, sottolineando che, oltre agli interventi governativi, a livello europeo, «serve un approccio condiviso sugli stoccaggi per rafforzare il potere contrattuale verso i fornitori» «La creazione di un tetto Ue al prezzo del gas è al centro di un confronto con la presidente della Commissione Vogliamo spezzare il legame tra prezzo del gas e ed elettricità, che è in parte prodotta da fonti alternative, il cui prezzo non ha nulla a che vedere con quello del gas». L’invasione russa ha riaperto il dibattito pubblico e politico sulla necessità di aumentare le risorse destinate alla difesa: «Io tengo a mente che i fondatori dell’Unione europea, fra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace nel continente europeo, e proprio per questo abbiamo progettato la comunità europea di difesa e vogliamo creare una difesa europea. Proprio per questo vogliamo adeguarci all’obiettivo del 2%» del Prodotto interno lordo «che abbiamo promesso nella Nato», ha concluso Draghi.