Continuano i raid russi, sirene a Odessa. Kiev: dieci ospedali ucraini completamente distrutti dai bombardamenti

Morti in migliaia a Mariupol, sirene che risuonano in diverse città tra cui Odessa. Eppure l’esercito ucraino sembra resistere alle offensive russe, giunte ormai al 27esimo giorno di guerra. «Stiamo vedendo dei contrattacchi delle forze dell’Ucraina contro Mosca», ha riferito al riguardo il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un’intervista alla Cnn, sottolineando che ci sono dei «segnali» di questi contrattacchi da parte di Kiev. «I russi sono in difficoltà», ha quindi rimarcato il portavoce. Delle difficoltà russe si parla già da un po’, ma da alcuni giorni, in realtà, i raid russi si sono intensificati. I colloqui di pace restano, di fatto, fermi, nonostante alcune aperture da parte di Kiev e la richiesta di Zelensky di poter incontrare Putin. Dieci ospedali ucraini sono stati completamente distrutti dai bombardamenti, ha detto il ministro della Salute ucraino, Viktor Lyashko, parlando alla televisione nazionale, citato da The Guardian. In altri ospedali, invece, è diventato impossibile o quasi rifornirli di medicinali a causa dei combattimenti nelle vicinanze. A breve è atteso in Europa il presidente americano, Joe Biden, il quale avrà una serie di appuntamenti a partire dal vertice Nato di giovedì a Bruxelles. In preparazione del summit, Biden ha intanto sentito ieri il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier britannico Boris Johnson. Negli Stati Uniti si temono cyber-attacchi russi, ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca, «come risposta ai costi economici senza precedenti che abbiamo imposto alla Russia insieme ai nostri alleati e ai nostri partner». Un’ulteriore preoccupazione nell’ottica di relazioni diplomatiche tra le due potenze sempre più deteriorate, addirittura sul punto di rottura stando alla più recente posizione di Mosca in merito a causa delle affermazioni di Biden su Vladimir Putin, definito «criminale di guerra». Sono 3.528.346 gli ucraini che hanno lasciato il paese finora, cioè dall’inizio dell’invasione russa. A riferirlo è stato l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, il quale ha poi precisato che in oltre due milioni hanno varcato la frontiera con la Polonia. Sul fronte interno russo, infine, si segnala oggi che Alexei Navalny, il noto oppositore del presidente Putin, è stato condannato a nove anni di carcere in una prigione di massima sicurezza. Navalny era accusato di appropriazione indebita e anche di oltraggio alla Corte. «Putin ha paura della verità», il suo commento subito dopo la condanna, frutto di «accuse fabbricate», stando alle dichiarazioni di un portavoce del premier britannico Johnson.