Il presidente russo parla allo stadio Luzniki di Mosca in occasione dell’anniversario dell’annessione della Crimea: «Operazione per evitare genocidio nel Donbass»

È un Vladimir Putin in versione “casual” quello che si è presentato davanti a migliaia di persone allo stadio Luzniki di Mosca, in occasione dell’anniversario dell’annessione della Crimea dall’Ucraina alla Federazione russa nel 2014. Il discorso del presidente russo è durato una manciata di minuti. «Abbiamo fatto risorgere questi territori e sappiamo esattamente cosa fare adesso, come, a spese di chi e attueremo tutti i nostri piani. Sono gli abitanti della Crimea che hanno fatto la scelta giusta, hanno messo un ostacolo al nazionalismo e al nazismo, che continua ad esserci nel Donbass, con operazioni punitive di quella popolazione. Sono stati vittime di attacchi aerei ed è questo che noi chiamiamo genocidio. Evitarlo è l’obiettivo della nostra operazione militare». Putin, nel suo intervento allo stadio, gremito di bandiere russe, ha citato anche la Bibbia: «Non c’è amore più grande di dare la propria vita per i propri amici». In Ucraina la guerra prosegue. Ancora questa mattina sono stati segnalati nuovi attacchi da parte delle forze russe, in particolare contro l’aeroporto di Leopoli. Nella capitale è stato imposto un nuovo coprifuoco. Oggi, però, è stato anche il giorno dell’importante colloquio telefonico tra il presidente statunitense, Joe Biden, e il leader cinese, Xi Jinping. Quest’ultimo, ha riferito la tv cinese, ha ricordato a Biden che «un conflitto non è nell’interesse di nessuno». Ma non sono stati i soli a parlarsi oggi: Putin in mattinata aveva sentito il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, una conversazione che il Cremlino ha definito «difficile». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invece, ha sentito il premier britannico Boris Johnson, come ha riferito Downing Street, per fare il punto della situazione nel paese e dei «negoziati in corso» tra Kiev e Mosca. Intanto Zelensky è tornato a pubblicare un video sui social: «Attaccando l’Ucraina gli occupanti continuano a bruciare tutto ciò che hanno costruito negli ultimi 25 anni e torneranno da dove hanno iniziato nei non tranquilli anni ‘90, ora però senza la libertà, senza la volontà creativa di milioni di cittadini di lavorare per lo sviluppo del proprio paese. Questo sarà il prezzo russo per la guerra contro l’Ucraina. Questo sarà per loro un crollo. E anche per il popolo, nonostante l’oppio dei media televisivi propagandistici». «Non ho dubbi – ha infine aggiunto il presidente ucraino – che diventeremo un membro a pieno titolo dell’Unione europea. E ogni politico ucraino oggi lavora per raggiungere questo obiettivo».