Da S&P Global Mobility previsioni negative per il settore Auto. La produzione globale di veicoli leggeri diminuirebbe per il 2022 e il 2023 di 2,6 milioni di unità, portandoli a 81,6 milioni per il 2022 e 88,5 milioni per il 2023

Da un’analisi di S&P Global Mobility, società di ricerca automobilistica, pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa Agi, la guerra in Ucraina dovrebbe abbassare la produzione globale di auto di alcuni milioni di unità fino al 2023. Sono state abbassate quindi le previsioni di produzione globale di veicoli leggeri per il 2022 e il 2023 di 2,6 milioni di unità, portando il totale dei veicoli a 81,6 milioni per il 2022 e a 88,5 milioni di unità per il 2023. Una previsione che si abbatte su un settore già in crisi. Già a gennaio di quest’anno, prima dello scoppio del conflitto, e per il settimo mese consecutivo, l’Acea (Associazione dei costruttori europea) ha rilevato un andamento negativo. La vendita di auto nuove è scesa nei Paesi Ue, Efta e Uk del 2,4% a 822.423 veicoli. Nella sola Ue, le immatricolazioni hanno avuto un calo più marcato (-6%) a 682.596 unità, un nuovo minimo storico. Ha pesato «la carenza di semiconduttori che continua a influenzare negativamente le vendite di auto in tutta la regione». Secondo il rapporto S&P Global Mobility, i problemi si aggiungono a una catena di approvvigionamento già sotto stress a causa della pandemia e di una carenza di chip di semiconduttori. Vista la ben nota dipendenza dell’Europa dall’estero (in particolare dalla Cina), particolarmente colpita, per il report, sarà proprio la produzione di auto nel Vecchio Continente. Tant’è che S&P ha tagliato di 1,7 milioni di unità le sue previsioni per l’Europa, di cui uno per via della guerra, il resto dovuti a carenze di parti che coinvolgono chip e cablaggi. Situazione migliore per il Nord America, dove S&P prevede un calo della produzione di 480.000 unità per il 2022 e di 549.000 unità per il 2023. Circa il 45% dei cablaggi costruiti in Ucraina è normalmente esportato in Germania e Polonia, dato che mette sotto pressione soprattutto le case automobilistiche tedesche. E così Volkswagen e BMW, in particolare, sono le più colpite dal conflitto. Herbert Diess, amministratore delegato di Volkswagen, all’inizio di questa settimana ha detto che la guerra ha messo in discussione le prospettive dell’azienda per il 2022. L’azienda stava spostando parte della sua produzione fuori dall’Europa verso il Nord America e la Cina in risposta alle interruzioni della catena di approvvigionamento legate alla guerra. BMW ha tagliato mercoledì scorso le previsioni di margine di profitto della sua divisione auto per il 2022 dall’8%-10% al 7%-9%, a causa dell’impatto della crisi ucraina in corso.