A riferirlo la Fondazione Gimbe, sottolineando che l’incremento è stato del 36% rispetto alla settimana precedente

In forte aumento i nuovi contagi: nell’ultima settimana (9-15 marzo) ne sono stati registrati il 36% in più rispetto alla settimana precedente. A renderlo noto la Fondazione Gimbe, che monitora indipendentemente l’andamento della pandemia nel nostro Paese, sottolineando che 17 province hanno oltre mille casi per 100 mila abitanti. La pressione sul sistema ospedaliero rimane tollerabile, anche la discesa dei ricoveri ha subìto una frenata (-3,5%) mentre è rimasta stabile quella di terapie intensive (-16,4%). In calo anche i decessi (-18,7%). «Dopo cinque settimane di calo e l’arresto della discesa la scorsa settimana si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379 mila, con un incremento del 35,9% e una media mobile a 7 giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54 mila il 15 marzo (+30,3%)», ha commentato il presidente della Fondazione di Gimbe, Nino Cartabellotta, presentando i dati. Si tratta di «un’inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso», ha concluso. Sul fronte degli ospedaliero, la Fondazione Gimbe ha registrato «un’ulteriore riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (-15,2%), mentre l’incremento del numero di nuovi casi frena la discesa di quelli in area medica (-3,5%)». Nel dettaglio, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri sono scesi a 502 il 15 marzo; mentre in area medica si è passati dai 19.913 ricoveri del 31 gennaio al minimo di 8.234 il 12 marzo per poi risalire raggiungendo quota 8.473 il 15 marzo. Stando ai dati aggiornati al 15 marzo, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13% in area medica e del 5,3% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria sono oltre la soglia del 15% in area medica, con la Calabria che raggiunge il 29,7%. Nessuna Regione supera la soglia del 10% in area critica.