Tentativo del ministero e delle regioni di potenziare lo strumento contrattuale

Si torna a parlare di apprendistato duale, vale a dire quella metodologia che prevede un bilanciamento fra lavoro e istruzione con il duplice obiettivo di accrescere le competenze professionali ed avviare il giovane verso un posto di lavoro. Nelle scorse settimane, come si ricorderà, si era levate molto polemiche intorno all’alternanza scuola-lavoro a causa di alcuni incidenti che hanno visto, purtroppo, come protagonisti, molto involontari, degli studenti delle classi superiori. L’apprendistato duale è cosa diversa rispetto all’alternanza, come dimostrano le esperienze di successo di Paesi come la Germania, l’Austria, la Francia. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nell’ambito dell’organismo tecnico cui partecipano le quattro sigle, chiedono da tempo di rafforzare lo strumento. Ora, arrivano 600 milioni di euro da utilizzare entro il 2026 proprio per sostenere l’apprendistato duale. Secondo le stime di ministero del lavoro e delle politiche sociali e delle regioni, potrebbero essere almeno 135mila i giovani assunti con questo strumento a fronte delle 39mila unità stimate a legislazione vigente. Naturalmente, per funzionare è in primo luogo necessaria la risposta delle aziende, in particolare di quelle che vogliono investire sulla formazione delle giovani generazioni. Spesso l’apprendistato è viceversa visto come la via più veloce per abbattere il costo del lavoro, sempre decisamente troppo alto.