Ripresi i negoziati dopo la pausa tecnica di ieri. A Kiev da questa sera coprifuoco di 36 ore. Sotto processo la giornalista russa Maria Ovsyannikova

Dopo la pausa tecnica di ieri, i negoziati tra le delegazioni di Ucraina e Russia sono ripresi nella mattinata di oggi in videoconferenza. A tale proposito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha osservato che «iI lavoro delle delegazioni russa e ucraina continua e questo è già un fatto positivo». La diplomazia continua a muoversi sul fronte europeo. I premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, infatti, si sono recati oggi a Kiev per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa «andranno oggi a Kiev come rappresentanti del Consiglio europeo, per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Chmygal», spiegava una nota. «Lo scopo della visita è confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini». E un nuovo appello all’Europa è arrivato oggi da Zelensky, in un video collegamento da Kiev con i leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force (riuniti a Londra per volontà del premier britannico Boris Johnson). «Le armi che ci date in una settimana ci durano per 20 ore – ha spiegato Zelensky –. Siamo costretti a riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi». «Aiutandoci, aiuterete voi stessi – ha perciò ribadito–. Sapete di quali armamenti abbiamo bisogno, lo sanno tutti». Zelensky, poi, citato dall’agenzia Unian, ha aggiunto che «l’Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo». Anche Mosca, però, torna ad attaccare l’Occidente. In particolare il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, ha di nuovo accusato gli Stati Uniti di preparare armi chimiche sul territorio ucraino: «L’attività dei laboratori biologici americani rappresenta una minaccia mortale per un numero enorme di civili». Sul campo le prossime ore potrebbero essere particolarmente dure, o almeno questo è il timore, tanto che a Kiev verrà imposto da questa sera un coprifuoco di 36 ore. Intanto la giornalista russa Maria Ovsyannikova, che ieri ha interrotto il telegiornale della tv di Stato con un cartello in mano per protestare contro la guerra in Ucraina, è sotto processo. Per diverse ore non si sono avute più notizie della donna, poi è riapparsa al fianco del suo avvocato e ora risulta essere sotto processo al tribunale Ostankino di Mosca per l’organizzazione di un evento pubblico non autorizzato. L’Onu ha chiesto alle autorità russe che Ovsyannikova non sia punita, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto una «protezione consolare».