Bankitalia chiede sostegni mirati a famiglie e imprese. Da Censis-Confcooperative l’allarme per «184.000 imprese con almeno 3 addetti e 1,4 milioni di persone»

Se non si interviene immediatamente, i dati di marzo sulle aspettative di assunzioni nelle imprese rischiano di trasformarsi presto in una rondine che non fa primavera. È ciò che si evince da quanto detto oggi da Fabrizio Balassone, capo del Servizio struttura economica della Banca d’Italia, audito dalle commissioni Attività produttive e Ambiente alla Camera sul dl Bollette-energia: «La situazione è peggiorata dopo l’aggressione russa all’Ucraina: dall’inizio della guerra i prezzi sono aumentati significativamente, in un contesto di forte volatilità. Qualora a questi rincari si accompagnasse una drastica riduzione delle importazioni di gas dalla Russia, si avrebbero effetti negativi rilevanti, seppur al momento di difficile quantificazione, sull’attività economica in Europa e anche in Italia. Effetti che si trasmetterebbero anche attraverso un ulteriore aumento dell’inflazione», sottolineando inoltre come «l’11 marzo il prezzo del gas naturale era più elevato di oltre il 40% rispetto alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina e quello dell’elettricità era pressoché raddoppiato in Italia». Quindi «nella prospettiva di una protratta fase critica sul fronte degli approvvigionamenti energetici, i sostegni dovrebbero diventare più mirati ed essere rivolti principalmente alle famiglie in condizione di vulnerabilità e alle imprese la cui competitività può essere compromessa dall’aumento del costo dell’energia». Un allarme chiaro inviato al Governo che fa il paio con quello, sempre odierno e più drammatico, lanciato dal focus “La guerra dell’energia” realizzato dal Censis e Confcooperative che analizza gli effetti del caro bollette incrociati con il conflitto in Ucraina, secondo il quale «sono a rischio 184.000 imprese con almeno 3 addetti e 1,4 milioni di persone», dove l’incidenza del rischio è maggiore fra le imprese dei servizi (20,5%) e fra le piccole (21,3% nella classe 3-9 addetti). In base alle previsioni sul primo semestre 2022, circa 184mila imprese sarebbero esposte a un rischio tale da pregiudicare la propria attività operativa. Occupano poco meno di 1,4 milioni di addetti (il 10,5% sul totale) e rappresentano il 10,9% del valore aggiunto del sistema produttivo (Istat).
Un allarme che è stato ascoltato e commentato dal segretario generale Ugl, Paolo Capone, che ha chiesto al Governo «di convocare al più presto un tavolo con le parti sociali per discutere delle azioni necessarie a tutelare i lavoratori e a scongiurare una crisi occupazionale».