Diversi produttori di automobili e veicoli leggeri evidenziano rischi occupazionali. Il settore del trasporto di persone è stato fra quelli con aumento delle emissioni di CO2

La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM (2021) 556 final è volta a modificare il regolamento (UE) 2019/631 per quanto riguarda il rafforzamento dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi, in linea con la maggiore ambizione dell’Unione in materia di clima. La proposta muove dalla osservazione che quello dei trasporti è l’unico settore in cui le emissioni di gas a effetto serra hanno registrato un aumento. Le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto su strada non fanno eccezione, rappresentando quasi il 20 % delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE e avendo registrato un aumento significativo dal 1990. Sulla qualità dell’aria continuano a incidere il traffico e la congestione dello stesso. L’industria automobilistica, che è di fondamentale importanza per l’economia dell’UE, rappresentandone oltre il 7 % del PIL, garantisce un posto di lavoro – direttamente o indirettamente, nei settori manifatturiero, delle vendite, della manutenzione, della costruzione e dei trasporti e servizi connessi – a 14,6 milioni di europei. La proposta è finalizzata al conseguimento di tre obiettivi specifici. Il primo è contribuire agli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050 riducendo le emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri. Il secondo obiettivo specifico mira a garantire a cittadini e consumatori i benefici derivanti da una maggiore diffusione di veicoli a emissioni zero. Il terzo obiettivo specifico mira a stimolare l’innovazione nelle tecnologie a zero emissioni. La profonda trasformazione che sta conoscendo il settore dell’automotive deve essere valutata attentamente per le sue ripercussioni di ordine economico, sociale e occupazionale. I forti investimenti in ricerca e sviluppo stanno avendo effetti, ma resta sempre lo scoglio dei costi esorbitanti per l’acquisto di veicoli elettrici e meno inquinanti. Lo stesso amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha evidenziato come gli standard attuali rischiano di tagliare fuori larga parte della classe media di acquistare una auto nuova, con tutto quello che ne consegue in termini di produzione e, quindi, di occupazione diretta e dell’indotto. Solo in Italia, oltre alle migliaia di occupati a rischio nei principali siti produttivi, sono a forte rischio pure i venditori e gli stessi riparatori. Il tutto senza dimenticare l’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, compresa la componentistica necessaria per far funzionare le nuove vetture.