I sindacati, l’Ugl in particolare, chiedono da tempo di invertire la rotta

A meno di un mese dalle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nel pubblico impiego (il voto, come noto, è previsto per le giornate del 5, 6 e 7 aprile prossimi), il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, conferma il forte impegno sul versante della qualificazione dei dipendenti pubblici. Nell’ambito dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sarà permesso ai dipendenti pubblici di laurearsi o di conseguire una seconda laurea, rafforzando così la propria preparazione e, non ultimo, di competere per un miglioramento della propria posizione economica e professionale. Sono già una settantina le università che hanno aderito al protocollo promosso da Brunetta. I costi di partecipazione sono, per così dire, tripartiti equamente fra l’iscritto, l’università e il ministero. Una opportunità di qualificazione molto interessante che rientra fra le richieste che il sindacato, in particolare la Ugl, presenta da tempo. Sono oltre dieci anni, ormai, che la formazione nel pubblico impiego è assolutamente insufficiente, dopo i tagli introdotti dall’allora governo Monti. Questa carenza formativa sta pesando in maniera significativa soprattutto negli enti locali, chiamati oggi a presentare una serie di progetti in tempi rapidissimi per l’assegnazione dei fondi del Pnrr, dalle infrastrutture alla scuola, passando per il sociale, l’assistenza e la sanità