Contro il caro energia, si fa strada l’ipotesi scostamento di bilancio. L’allarme arriva anche dal presidente di Assolombarda Alessandro Spada: «Nuovo shock prezzi materie prime e energia con il gas (+106%) e il petrolio (+22%)»

L’allarme energia è scattato ovunque. Tanto che il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti – ospite di “Controcampo” de il Messaggero – ha dichiarato che, se la situazione del caro energia e bollette, accentuata dalla guerra, «continua, le ripercussioni economiche sono tali per cui dovremo considerare l’ipotesi» dello scostamento di bilancio «per aiutare le imprese a reggere l’urto e le famiglie in difficoltà», aggiungendo però che lo scostamento sarebbe «da quantificare» e aprendo anche al nucleare, ma questa non è una novità. Come d’altronde ha fatto due giorni prima il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo a una domanda alla Camera dei Deputati sull’attuale crisi energetica e annunciando così un po’ a sorpresa «l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28» sviluppato dal Consorzio EUROfusion, che gestisce i foni Euratom. Annuncio che ha creato non poco scompiglio a livello politico, ma c’è poco da stracciarsi le vesti. La realtà parla chiaro: anche la locomotiva d’Italia rischia se non di fermarsi, quanto meno di decelerare pericolosamente. «Basti pensare che, se si dovessero mantenere i prezzi attuali, l’industria manifatturiera lombarda quest’anno pagherà una bolletta energetica pari a 11,5 miliardi di euro a confronto degli 8,3 stimati a inizio febbraio, prima della guerra. Un rialzo enorme che avrà impatti sul lavoro di molte delle nostre imprese», ha detto il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada. In difficoltà, sebbene non da oggi, anche il settore strategico per eccellenza: l’acciaio. Secondo Federacciai, il rischio è che la produzione – già in drastico calo a inizio anno – subisca un’importante battuta d’arresto. Già a gennaio la produzione complessiva di acciaio ha subito una flessione del 3,9% dopo la crescita significativa nel 2021. Dall’agricoltura, la richiesta di misure di breve e medio periodo, partendo dall’eliminazione dell’Iva sulle accise per il gasolio e dagli incentivi alla semina di mais, fino ad arrivare alla rimodulazione degli obiettivi del Green Deal. Per Confesercenti, «gli impatti immediati derivanti dalla attuale crisi energetica sono troppo forti», le misure contenute nel decreto-legge bollette per contenerli «porteranno benefici nel tempo che sicuramente saranno positivi ma i riscontri si potranno avere in tempi medio lunghi». Dall’Ance un altro allarme: «Nessuna impresa, grande, media o piccola, può reggere un impatto così rapido e devastante. La situazione è ormai fuori controllo. Servono subito misure efficaci e immediate. I cantieri stanno chiudendo e il Pnrr rischia di fallire».