«Non abbiamo fatto progressi sul cessate il fuoco», riferisce il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba

Appena due ore di colloqui da cui non è emerso alcun significativo passo in avanti. È l’esito del vertice in Turchia, ad Antalya, tra le delegazioni di Russia e Ucraina, mediate dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. «Non abbiamo fatto progressi sul cessate il fuoco», ha riferito al termine del summit Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, il quale ha pure ribadito di aver fatto il possibile per «trovare una soluzione diplomatica». La versione russa appare in contrasto rispetto alle immagini che giungono dal teatro di guerra – ancora oggi si sono registrati attacchi su Mariupol, dopo che ieri è stato colpito un ospedale pediatrico –: «Non abbiamo attaccato in Ucraina – ha infatti sostenuto il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov –. Nel paese si è, però, creata una situazione di minaccia a Mosca. Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni. Nessuno zio Sam distruggerà l’economia russa e non credo ci sarà una guerra nucleare». Secondo Lavrov «non ci sono alternative al percorso negoziale tra Russia e Ucraina apertosi in Bielorussia per risolvere la crisi» e ha poi sottolineato che Putin «non rifiuta un incontro con Zelensky». Ad ogni modo la diplomazia continua a muoversi, cercando di non lasciare nulla di intentato. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, domani sarà anch’egli in visita ad Antalya dove parteciperà al Forum della diplomazia e incontrerà il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha avuto nelle scorse ore una conversazione telefonica con il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Il «cessate il fuoco immediato» e «una soluzione negoziata della crisi» sono le richieste portate avanti da Macron e Scholz, mentre l’Eliseo ha riferito che i tre leader hanno deciso di rimanere ancora «in stretto contatto nei prossimi giorni». Infine anche il presidente finlandese, Sauli Niinisto, ha annunciato che sentirà Putin, su richiesta degli stessi Scholz e Macron. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko sarà invece domani a Mosca per incontrare Putin. Nella giornata di oggi, tuttavia, si è consumato un nuovo strappo diplomatico. La Russia, infatti, ha deciso di lasciare il Consiglio d’Europa: a renderlo noto Lavrov, citato dall’agenzia Tass. «Il corso degli eventi è diventato irreversibile – viene affermato in una nota – e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Usa e dai suoi satelliti».