La leader di FdI Giorgia Meloni chiede chiarezza: «Qualcosa non torna, tra quanto detto dal premier e quello che c’è nei documenti del governo»

L’invasione russa dell’Ucraina, lo stato pandemico – i contagi sono tornati a salire, dopo cinque settimane – non sono gli unici dossier aperti sul tavolo del governo e al centro del dibattito politico italiano. Lo è anche la riforma del catasto. Che sta mettendo in discussione la tenuta della maggioranza, con il centrodestra (inclusa Lega e Forza Italia) piuttosto scettico perché teme un aumento delle tasse. «Voglio ribadire come l’intervento della legge delega sul catasto non porti ad alcun incremento delle imposizioni fiscali sugli immobili regolarmente accatastati, nessuno pagherà più tasse», ha assicurato ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso del Question Time alla Camera. Si tratta di un riforma necessaria, secondo il premier: «L’introduzione dell’Ici, dell’Imu, l’abolizione dell’Ici, l’introduzione della Tasi, sono state fatte sempre su valori inesistenti, che non hanno senso, valori di 33 anni fa: questa procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso deve finire, vogliamo trasparenza». A strettissimo giro, la replica della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «Qualcosa non torna, tra quanto detto dal premier in Aula, e quello che c’è scritto nei documenti del governo che lui presiede, lui dice che per la vicenda delle nuove stime catastali le tasse non torneranno, ma come detto da Fratelli d’Italia in Aula nei documenti si parla di riequilibrio della tassazione», ha detto a margine della lectio magistralis del segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin.