Sindacati e Governo incontrano Stellantis: dopo la presentazione del Piano 2030 Globale, il tavolo sul futuro del gruppo in Italia

Oggi l’incontro tra i ministri dello Sviluppo Economico Giorgetti e del Lavoro Orlando, i rappresentanti sindacali dei lavoratori metalmeccanici, Cgil, Cisl, Uil e Ugl e la delegazione di Stellantis, guidata da Davide Mele, vice-responsabile del gruppo per l’Europa, con un tavolo presso la sede del Mise. Un confronto finalizzato a comprendere le intenzioni della multinazionale in merito agli investimenti nel nostro Paese dopo l’illustrazione da parte dell’Ad Tavares del piano strategico di Stellantis per il prossimo futuro. Dopo affermazioni importanti da parte dello stesso Tavares che ha più volte dichiarato che l’alto costo di produzione, in alcuni casi doppio, negli impianti italiani non deriva dal costo del lavoro, più basso, ma da altri fattori, energia in primis. Ed ora il problema è acuito dall’aumento dei prezzi e dalla crisi Ucraina. L’Ad ha anche parlato del fatto che la transizione energetica e l’elettrificazione sono state scelte compiute «dai politici, non dall’industria». Detto questo, ora all’Italia servono risposte per comprendere nel concreto le intenzioni di Stellantis sul proprio futuro nel nostro Paese, in sintesi un piano industriale chiaro e puntuale. Nell’incontro odierno la multinazionale dell’auto ha confermato gli impegni presi su Melfi e Mirafiori, Pratola Serra e Cassino e anche sull’idea di far diventare Torino la casa della 500. Pomigliano dovrebbe essere oggetto di profondo rinnovamento, mentre Termoli verrebbe trasformata nell’impianto deputato diventare la Gigafactory europea per la produzione di batterie. Da parte sua il Governo ha ribadito i propri impegni a sostegno del settore auto e nello specifico Orlando ha anche annunciato la convocazione di un tavolo per il monitoraggio della riforma degli ammortizzatori sociali, dato anche l’aggravarsi dello scenario generale, sia per l’inflazione che per la guerra. Nonostante le continue crisi politico-economiche internazionali, il clima dell’incontro, collaborativo, consentirebbe un cauto ottimismo.