Per l’Onu sono più di due milioni le persone fuggite. Unicef: un milione di bambini in fuga da guerra, «crisi mai vista»

Nonostante gli accordi raggiunti sui corridoi umanitari nella serata di ieri, anche oggi si sono continuate a registrare difficoltà su questo fronte della guerra in Ucraina. In particolare a Sumy, dove l’evacuazione dei civili è stata interrotta «a causa dei bombardamenti dei carri armati nemici», stando a quanto riportato dall’agenzia ucraina Unian. Non è stato l’unico caso. Il ministero della Difesa di Kiev, infatti, ha accusato i russi di non rispettare il corridoio umanitario di Mariupol. Già in precedenza, del resto (quella di oggi sarebbe la quarta tregua per permettere ai cittadini di ucraini di lasciare le aree assediate dalle forze militari russe), i corridoi si erano rivelati più ostici del previsto, mentre l’emergenza umanitaria cresce giorno dopo giorno. Sono più di due milioni le persone che sono fuggite dal paese dall’inizio del conflitto, secondo l’agenzia Onu per i rifugiati. Per l’Unicef, inoltre, sono un milione i bambini in fuga dalla guerra, «una crisi mai vista». Mentre gli scontri armati proseguono, resta da capire di quali (e quante) “cartucce” dispone ancora la diplomazia. Forse uno spiraglio si è aperto oggi sul versante della diplomazia e non è escluso che un ruolo determinante possa essere giocato dalla Cina, “partner strategico” di Mosca. Pechino – pur restando contraria alla politica delle sanzioni perché teme, tra le altre cose, «che avranno un impatto negativo sulla stabilità della finanza globale, dell’energia, dei trasporti e delle catene di approvvigionamento», provocando una caduta dell’economia – si è detta «disposta a coordinarsi con l’Europa sulla situazione in Ucraina». Il leader cinese Xi Jinping lo ha affermato in un video-colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Intanto gli Stati Uniti inaspriscono le misure economiche contro Mosca (si va verso uno stop all’import di petrolio russo) e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky apre ad una possibilità di dialogo con Vladimir Putin: «Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere», ha detto alla ABC a proposito della Crimea e alle repubbliche separatiste del Donbass. «Sono pronto a un dialogo, non alla capitolazione», ha però sottolineato.