A denunciarlo è l’ISPRA, pur sottolineando qualche segnale positivo: dopo 20 anni, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento

Nel 2021 circa il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto idrogeologico e soggetto ad erosione costiera. A denunciarlo è l’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottolineando lo scorso anno è cresciuta la superficie del territorio nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento è stato rispettivamente del 4% e del 19% rispetto al 2017.
Secondo i dati contenuti nel rapporto, “Il Dissesto idrogeologico in Italia”, sono oltre 8 milioni i cittadini che vivono in aree ad alta pericolosità. Le famiglie che si trovano in zone a rischio frane sono oltre 540mila – 1,3 milioni di abitanti (13% giovani con età minore di 15 anni, 64% adulti tra 15 e 64 anni e 23% anziani con età maggiore di 64 anni) – mentre sono circa 3 milioni le famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione.
Alcune regioni sono più a esposte di altre. In particolare, Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila) sono le regioni con il numero più alto di abitanti a rischio.
Frane e alluvioni minacciano anche una parte del nostro patrimonio artistico-architettonico e archeologico: sono oltre 12mila i beni in aree classificate a pericolosità elevata, un numero che raggiunge le 38mila unità se nel computo si considerano anche quelli che si trovano in aree a minore pericolosità. Secondo l’ISPRA, i beni culturali a rischio alluvioni sono all’incirca 34mila nello scenario a pericolosità media e arrivano a quasi 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi). «È importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili», osserva l’ISPRA.
Non mancano i segnali positivi. Dopo 20 anni, grazie a numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento: «Nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’1% quelli in erosione», riferisce l’ISPRA.