TEMPO UTILE
Secondo il rapporto sulla robotica di magazzino intitolato “Mobile Robotics in Logistics: Hundreds of Billion Dollar Market in 20 Years?”, curato da Zehao Li per IDTechEx, società di analisti britannica, ci vorranno 10-15 anni prima che i robot dimostrino di essere abili nel prelevare e imballare le merci. Questa evoluzione è legata allo sviluppo e alla diffusione di robot mobili, che hanno la capacità di spostarsi in un determinato ambiente consentendo di automatizzare le operazioni che necessitano di maggiore flessibilità. Il rapporto di Zehao prevede una crescita costante del mercato della robotica mobile per la logistica nel periodo 2022-2042, fino a raggiungere dimensioni di centinaia di miliardi di dollari. Siamo dunque di fronte ad un nuovo balzo del commercio online e ad una esplosione del mercato della robotica. Ma siamo sicuri che ne deriveranno complessivamente conseguenze negative sul fronte dell’occupazione? La storia ci dice che la prima fase di automazione registrata tra fine Ottocento ed inizio Novecento, ad esempio con l’inserimento negli stabilimenti industriali della “macchina etichettatrice” o della “macchina lavabottiglie”, effettivamente portò alla sostituzione di lavoratori prima incaricati di svolgere queste funzioni, ma creò anche altre forme di impiego.

NUOVI PROFILI
Negli anni ’60 del Novecento negli uffici lavoravano migliaia di centralinisti telefonici. Si tratta di un lavoro che è quasi scomparso da quando le centrali sono diventate automatizzate, ma il numero di occupati nel settore delle telecomunicazioni è aumentato vertiginosamente. D’altronde, qualcuno dovrà pur costruire i robot che saranno impiegati nei magazzini. La nuova fabbrica di Amazon Robotics aperta a Westborough, in Massachusetts, ha già annunciato il reclutamento di 200 nuovi profili, di alto livello e di ambito ingegneristico, da impiegare nel settore dello sviluppo, della produzione e del testing dei robot. Così come l’ulteriore ampliamento del commercio online consentito dalla robotica determinerà una crescita di occupazione nell’ambito dell’e-commerce. Si tratta della realizzazione di quella “distruzione creatrice” di schumpeteriana memoria, ben evidenziata da uno studio pubblicato da Philippe Aghion, Celine Antonin, Simone Bunel e Xavier Jaravel, dal titolo “What are the Labor and Product Market Effects of Automation? New Evidence from France” (2020). Dallo studio, emerge che a un incremento dell’1% del grado di automazione di uno stabilimento corrisponde una crescita dell’impiego pari allo 0,25% nell’arco di due anni e dello 0,4% sui dieci anni. Insomma, l’automazione induce crea nuovi posti di lavoro.