Di Maio: «Gli ucraini sono l’ultima barriera per la nostra sicurezza»

«Gli ucraini oggi sono l’ultima barriera per la sicurezza dei nostri Paesi, sostenere loro significa sostenere noi, non significa sostenere un Paese lontano. L’Ucraina è Europa, gli ucraini sono cittadini europei a tutti gli effetti, guardano al loro futuro guardando all’Europa». Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo a Mattino Cinque. Il titolare della Farnesina ha rivendicato la scelta del governo italiano di schierarsi in prima linea al fianco di Kiev, al pari del resto dei Paesi occidentali: «Diamo loro degli strumenti per potersi difendere: è legittima difesa, è un Paese invaso da Putin», ha detto, sottolineando che l’Italia e i suoi partner sono comunque al lavoro «per la pace», «per un cessate il fuoco immediato per poter portare via bambini, le donne ferite». «Ci sono bombe russe che stanno cadendo sulle case dei civili, questi sono crimini di guerra», ha concluso, all’indomani dell’informativa in Parlamento del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Che ha ottenuto da entrambe le camere l’approvazione della risoluzione che ha dato il via libera alla concessione di armi «per la legittima difesa» degli ucraini e il ritiro immediato delle truppe russe. Il sostegno alla risoluzione è stato bipartisan: «Questo è il tempo del coraggio, della fermezza, della libertà, della solidarietà, di una risposta compatta a un’aggressione militare che non possiamo accettare», ha detto ieri la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che, pur non risparmiando qualche critica alla diplomazia italiana, ha deciso di appoggiare l’azione di governo. «Questo è il tempo di dare il massimo sostegno al popolo ucraino, che sta insegnando al mondo cosa significhi l’amore per la propria terra», ha aggiunto, chiedendo anche di «dare lo status di rifugiato a chi scappa dalla guerra, le donne e i bambini» (secondo l’UNHCR, l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati, dall’inizio dell’invasione russa circa 660 mila persone hanno lasciato l’Ucraina, riversandosi nei Paesi limitrofi). «Sanzioni e armi non basteranno», ha sostenuto oggi il leader della Lega, Matteo Salvini, auspicando la nascita di «un grande movimento per la pace a livello continentale che andasse a frapporsi in Ucraina fra il popolo e le bombe, fra il popolo e i missili».