Il conflitto in Ucraina rischia di rafforzare ulteriormente il ruolo della Cina

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin, si tanno ridefinendo i rapporti internazionali. Sui due lati delle barricate della nuova cortina di ferro troviamo Occidente e Russia, impegnati nell’inviare aiuti agli ucraini l’uno e nei combattimenti l’altra e, contemporaneamente, soggetti a sanzioni e contro-sanzioni. Nel frattempo, il terzo grande attore sullo scenario mondiale, la Cina, i potrebbe giovarsi del proprio ruolo neutrale per acquistare ancora maggiore importanza dal punto di vista politico ed economico. La Cina, solitamente in ottimi rapporti con il Cremlino, ma anche con l’Ucraina ed interessata a mantenere i rapporti commerciali con i grandi mercati europei e occidentali, a proposito del conflitto in corso ha “deplorato” l’attacco russo intrattenendo un confronto diplomatico fra il ministro degli esteri cinese Wang Yi e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, senza tuttavia disconoscere l’amicizia con la Russia, della quale comunque non è alleata. Il governo di Pechino, dicendo di sostenere “fermamente il rispetto e la salvaguardia della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, attenendosi con serietà agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite”, si è reso anche disponibile – proprio in virtù dei buoni rapporti con entrambe le parti in conflitto – a svolgere “un ruolo nella ricerca di un cessate il fuoco tra Kiev e Mosca”. Una notizia importante, nell’auspicio di uno stop delle ostilità e con l’obiettivo di trovare un compromesso che riporti la pace sul suolo europeo. Ma anche un’intromissione senza precedenti del gigante asiatico nelle vicende del Vecchio Continente. Non solo: dal punto di vista economico e del commercio mondiale, la Cina, non aderendo alle sanzioni economiche internazionali contro Russia, potrebbe in tutta tranquillità continuare ad intrattenere rapporti con entrambi i blocchi ed anzi veder accresciuti gli scambi proprio a causa della nuova situazione internazionale. Ad esempio l’estromissione delle banche russe dal sistema Swift potrebbe far rivolgere Mosca verso l’equivalente cinese, il Cips, il sistema di pagamento internazionale in yuan, ora molto meno esteso di quello occidentale, ma che già sta crescendo (del 75% nel 2021) e che in futuro potrebbe acquistare ancora maggiore importanza. Un altro elemento da prendere in considerazione, il ruolo della Cina nel mondo in questo momento storico, che si aggiunge agli altri aspetti del conflitto nell’Europa dell’Est.

Scorte cinesi

Pechino ha già provveduto a mettere in sicurezza il Paese dal punto di vista delle scorte di energia ordinando alle agenzie governative di acquistare petrolio, gas e minerali ferrosi ed anche orzo e mais, in grande quantità e non considerando al momento il prezzo di questi prodotti per averne a sufficienza nel caso di un lungo conflitto tra Russia e Ucraina. Che sapesse o meno in anticipo quali fossero le intenzioni di Putin – altra domanda ricorrente – la Cina, comunque, si sta preparando a giocare tutte le proprie carte in questa difficile partita politica ed economica.