Borse europee sotto pressione anche stamattina, poi il recupero. Volano soprattutto le materie prime: il Brent si è aggiornato ai massimi dal 2013 e cioè oltre i 111 dollari. Ennesima seduta record per il gas

Mentre l’esercito russo assediava le principali città ucraine, bersagliate da bombe e con l’incertezza di una ripartenza o meno dei negoziati per il cessate il fuoco, la Borsa di Mosca rimaneva chiusa, ancora oggi, per la terza sessione consecutiva. Tranne, secondo quanto riportato da Reuters, per alcune «limitate operazioni» per la prima volta questa settimana. Si tratta del più lungo periodo di chiusura per motivi eccezionali dalla crisi del 1998 (la Banca di Russia fisserà il programma di trading di domani prima delle 9 del mattino, ora di Mosca). Nel frattempo, le Borse europee si sono trovate inizialmente, stamattina, ancora sotto pressione e ad alta volatilità, dopo il martedì nero, cioè ieri, in cui sono precipitate ai minimi dalla scorsa estate. Poi, con il proseguire della giornata, hanno iniziato a migliorare, ma procedendo verso un cauto rialzo: anche sui mercati, ovviamente, pesano i timori del prolungarsi del conflitto in Ucraina. Per comprendere, gli andamenti parziali della giornata: Londra, la migliore, con l’Ftse 100 a +0,88%. Piazza Affari l’Ftse Mib al +0,10%. Francoforte con il Dax salito dello 0,19% e Parigi con il Cac 40 avanzato dello 0,28%. Madrid con l’Ibex 35 a 0,36%. In volata soprattutto le materie prime: il Brent si è aggiornato ai massimi dal 2013 e cioè oltre i 111 dollari. Ennesima seduta record per il gas che si è spinto verso vette di prezzo inedite a causa della guerra e la conseguente crisi energetica: il gas europeo è arrivato a più 28% pari a 155 euro il megawattora, ma comunque sotto il massimo sbalorditivo di 193 euro per megawattora toccato in mattinata. Ma presso la Borsa di Amsterdam i future del gas su aprile hanno toccato il record intraday di 194 euro a megawattora, per poi ripiegare a 150 euro, con un rialzo del 23%. Il precedente picco in chiusura di seduta si è registrato lo scorso 24 febbraio a 132,7 euro. Nel frattempo, si è ampliato leggermente lo spread tra Bund e Btp, mentre i rendimenti dei decennali italiani sono in lieve crescita dai minimi di ieri: il differenziale è a 154 punti base da 149 stamani, mentre il Btp rende lo 1,51% contro il meno 0,03% del Bund tedesco. C’è attesa da parte dei mercati, dopo il discorso all’Unione del presidente americano Joe Biden, i cui nemici in questo momento sono Putin e l’inflazione, per le parole che pronuncerà il numero uno della Fed, Jerome Powell: secondo gli esperti, vista la situazione internazionale, a marzo il rialzo dei tassi potrebbe essere di soli 25 punti base anziché 50.