L’Osservatorio della Confcommercio
Solo durante la pandemia hanno chiuso 4.500 attività

Nel corso degli ultimi nove anni sono scomparsi quasi 85 mila negozi fisici del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui poco meno di 4.500 solo durante il periodo della pandemia. È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane, realizzato dal Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne. Come spiegato dal direttore da Mariano Bella, della Confcommercio, i numeri fin qui evidenziati «potrebbero essere peggiori nella realtà perché ristori e cassa integrazione hanno congelato la demografia» e una grossa parte della riduzione è legata alla stagnazione dei consumi che affligge l’Italia ormai da tempo. Basti pensare che ad oggi i consumi reali sono ancora al di sotto dei livelli del 1999 e lo stesso parametro se calcolato in termini pro capite è al di sotto dei livelli del 1998: cioè 17.297 euro del 2021 contro i 17.708 euro di 25 anni fa. Commentando i dati il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che «pandemia e stagnazione dei consumi hanno acuito la desertificazione commerciale delle nostre città e rischiano di ridurre la qualità della vita di turisti e residenti». Per scongiurare questa eventualità, ha aggiunto, «bisogna sostenere con maggior forza le imprese più colpite, soprattutto quelle della filiera turistica e utilizzare presto e bene le risorse del PNRR per migliorare il tessuto economico urbano e quindi l’attrattività e la sicurezza e delle nostre città».