L’inflazione a febbraio vola al 5,7%. A rischio i consumi. Su base annua (da +4,8% del mese precedente), secondo le stime preliminari dell’Istat

Avvisa Coldiretti: la guerra in Ucraina arriva nel carrello della spesa degli italiani, con il rincaro dei beni energetici che si trasferisce sulla filiera agroalimentare. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di febbraio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese precedente). Ciò vuol dire che a febbraio e per l’ottavo mese consecutivo, l’inflazione accelera, raggiungendo un livello (+5,7%) che non si registrava da novembre. Causa di tutto ciò, i prezzi dei beni energetici non regolamentati, in crescita, che proseguono la fiammata di gennaio degli energetici regolamentati. Insieme, le due componenti spiegano due terzi della variazione tendenziale dell’indice Nic. Come diceva Coldiretti, le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”. Anche l’inflazione della componente di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) sale, portandosi a +1,7%.
Nel dettaglio, la crescita dei beni energetici passa da +38,6% di gennaio a +45,9%, quelli della componente non regolamentata da +22,9% a +31,3%, mentre in misura minore, ma sempre in crescita, i prezzi dei Beni alimentari salgono sia per i lavorati (da +2,2% a +3,2%) sia per i non lavorati (da +5,3% a +6,9%). I prezzi dei beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4%; +94,6% a gennaio). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%. Per l’Ufficio Studi Confcommercio, l’Inflazione potrebbe non essere «un fenomeno non transitorio», «anche al netto delle turbolenze registrate negli ultimi giorni, era evidente ormai da alcuni mesi come la ripresa del processo inflazionistico non potesse essere considerata transitoria», per Confesercenti «c’è il rischio di perdere 4 miliardi di consumi». Anche per Federdistribuzione «la tendenza inflattiva non si registrava da decenni e persisterà nei prossimi mesi».