di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Se il sovranismo esce dalla porta, l’urgenza e l’importanza delle problematiche che esprime, nonostante si cerchi costantemente di sminuirle e ridimensionarle, fanno in modo che rientri dalla finestra. Ora è la volta dell’energia ed in particolare del tema dell’indipendenza del nostro Paese dalle forniture estere. In questi giorni se ne parla moltissimo, dato prima l’aumento dei costi ed ora la guerra in corso fra Russia ed Ucraina, ma il problema non nasce certo adesso: per decenni la questione energetica ha condizionato non solo il nostro sviluppo e la nostra economia, ma anche le nostre scelte di politica internazionale. Non bastano certo gli interventi per calmierare i prezzi, anch’essi costosi, non bastano nemmeno gli accordi con un fornitore straniero al posto di un altro. Come abbiamo visto, in questa come in altre occasioni, tali accordi sono troppo incostanti, condizionati da scelte politiche di molte altre nazioni, non abbastanza solidi per puntare esclusivamente su di essi, troppo capaci di mettere l’Italia in una condizione di dipendenza se non di sudditanza. In questo senso si dovrebbe parlare di sovranismo, almeno in un settore come quello dell’energia, così importante per mandare avanti il Paese: impostando un piano tale da rendere l’Italia, se non completamente autosufficiente, almeno indipendente per una parte considerevole del proprio fabbisogno energetico. Non si tratta di un’idea irrealizzabile e nemmeno di una scelta stravagante: molti altri stati europei simili al nostro, si pensi alla Francia, da tempo lavorano per arrivare a questo traguardo. Noi lo diciamo, inascoltati, da anni. È un tema troppo importante per la vita della nostra economia e della nostra società per lasciarlo cadere nel vuoto. Chi vuole che l’Italia resti dipendente dall’estero, chi si rifugia in un ecologismo di maniera per spostare il problema della produzione di energia oltre i nostri confini, non considerando il fatto che così non si tutela né l’ambiente né la nostra indipendenza, anche politica, non fa gli interessi dell’Italia. Sicuramente occorre puntare sulle nuove tecnologie che permettono di utilizzare di più e meglio le fonti rinnovabili che l’Italia ha a disposizione, ma occorre di più per raggiungere presto una maggiore indipendenza, anche riflettendo senza pregiudizi, alla luce delle nuove conoscenze che permettono maggiore sicurezza, sul nucleare. È certamente opportuno un maggiore coordinamento fra gli stati europei e forse la situazione al confine orientale farà fare per necessità dei passi avanti all’Unione, ma al momento dobbiamo, comunque, pensare autonomamente a salvaguardare meglio noi stessi: l’Italia, pur non avendo grandi quantità di fonti energetiche tradizionali a propria disposizione, ha dalla sua grandi potenzialità, che sono soltanto da utilizzare, ma occorre un cambiamento profondo di mentalità.