«Il mondo non sarà più come prima». La Germania investirà per i prossimi anni più del 2% del pil per la difesa. La UE «per la prima volta» finanzia l’acquisto e la consegna di armi

Cadono tabù e non sono soltanto riposizionamenti ideologici, ma fatti. Nell’annunciare lo stanziamento di 100 miliardi di euro per la Bundeswehr, l’esercito federale, e che ora «la Germania investirà anno dopo anno più del 2% del prodotto interno lordo per la difesa», il cancelliere Olaf Scholz ha detto davanti al Bundestag che «il mondo non sarà più come prima». Sì, perché è una svolta nella politica estera e della difesa, peraltro messa in atto da un governo guidato da socialdemocratici e verdi, tradizionalmente più pacifisti. Dopo anni di resistenze e timori dettati anche dalla sua eredità storica, la Germania post Merkel punta sulla sicurezza al fine di essere «al fianco degli ucraini» e lasciando le porte aperte alla diplomazia («tutta la diplomazia possibile»). «Abbiamo tentato la diplomazia fino all’ultimo minuto. Putin ha voluto la guerra “whatever it takes”», sottolinea la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock. D’altronde anche Vladimir Putin ha violato un tabù con la decisione di allertare la difesa nucleare, provocando come conseguenza la convocazione d’urgenza, oggi, del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sulla crisi umanitaria e dei rifugiati, per garantire l’invio di aiuti all’Ucraina «senza ostacoli». Contemporaneamente anche a Bruxelles cadeva un altro tabù: «L’Unione europea rafforza ancora una volta il suo sostegno all’Ucraina e le sanzioni contro l’aggressore, la Russia di Putin. Per la prima volta in assoluto, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a un paese sotto attacco. Questo è un momento di svolta». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con una dichiarazione videotrasmessa a Bruxelles. «Un altro tabù è caduto. Il tabù secondo cui l’Unione europea non forniva armi in una guerra», ha dichiarato Borrell, Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue. A tutto ciò si aggiunga che la guerra in Ucraina sta spingendo a fare altre azioni prima impossibili: l’Europa sta già predisponendo un piano per i rifugiati, l’Italia accoglierà il 13% della popolazione in fuga. La Commissione europea e diversi Paesi dell’Unione propongono di applicare la direttiva europea per la “Protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati”, una direttiva del 2001 che non è mai stata applicata finora, anche a causa dell’opposizione di alcuni Stati. La Danimarca, ad esempio, non l’ha mai recepita.