«Governo al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica»

«Sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, commentando «le immagini» dall’Ucraina – «di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane» –, in occasione dell’informativa alla Camera sull’invasione russa. «Il governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia», ha ricordato Draghi, sottolineando però «qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile» e che «le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile». Draghi ha poi illustrato le sanzioni approvate ieri dal Consiglio europeo, definendole «molto stringenti e incisive». Il premier non ha escluso una nuova tranche di sanzioni «che includa i membri della Duma», il parlamento russo, «non ancora sanzionati». «Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia», ha osservato Draghi, sottolineando che «la maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico» – circa la metà del gas importato dall’Italia viene dalla Russia –, specie in questa fase storica caratterizzata dall’aumento vertiginoso del costo dell’energia. «Il governo è al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica», ha aggiunto il presidente del Consiglio. Una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico sono tra le misure d’emergenza che Palazzo Chigi starebbe considerando. In quanto membro, inoltre, l’Italia offrirà un contributo alla NATO: «Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni». Si tratta di «circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili», ha riferito il premier.