Kiev assediata, «potrebbe essere il giorno più difficile della guerra». L’UE congela i beni del presidente russo e di Lavrov in Europa

Kiev assediata. Le forze russe sono arrivate nella capitale ucraina, dove il presidente Volodymyr Zelensky ha invitato Vladimir Putin a sedersi al tavolo delle trattative. «L’Ucraina si aspetta un attacco dei tank russi a Kiev oggi, che potrebbe essere il giorno più difficile della guerra», ha detto un consigliere del ministro dell’Interno ucraino citato dai media locali. Putin ha esortato l’esercito ucraino a prendere il potere a Kiev, rimuovendo il presidente Zelensky e la «banda di drogati e neonazisti» al governo dell’Ucraina. «Esorto l’esercito ucraino a non permettere che civili e individui vengano usati come scudi umani», ha detto in aggiunta, sostenendo che «sarebbe più semplice trattare» con i militari. In un primo momento il Cremlino si era detto disponibile alla proposta di Zelensky (in ballo c’è la condizione dello status neutrale dell’Ucraina), attraverso il portavoce Dmitry Peskov: il presidente russo, aveva osservato, «è pronto a inviare a Minsk una delegazione russa a livello di rappresentanti del ministero della Difesa, del ministero degli Affari esteri e dell’amministrazione presidenziale per negoziati con una delegazione ucraina». Nel frattempo si continua a combattere in diverse parti del paese ed è difficile decifrare le aperture o i possibili bluff. Nuove sirene antiaeree sono risuonate nel pomeriggio nella capitale ucraina, mentre le forze armate ucraine hanno riferito di avere ucciso oltre mille soldati russi: si tratterebbe del peggior bilancio finora subito dalla Russia in un conflitto. Si inaspriscono le sanzioni europee. L’UE, infatti, come confermato nel pomeriggio dall’Austria e in seguito da altri dirigenti europei, si prepara a congelare i beni nel vecchio continente del presidente Vladimir Putin e del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov. Il Cremlino oggi ha reso inoltre note le osservazioni emerse durante una telefonata tra Putin e il leader cinese Xi Jinping. Il presidente cinese ha affermato di «rispettare le azioni della leadership russa» in Ucraina. I due leader si sono anche dichiarati «pronti a una stretta cooperazione e un sostegno reciproco alle Nazioni Unite e negli altri fori», sottolineando «l’inaccettabilità dell’uso di sanzioni illegittime per raggiungere gli obiettivi basati sugli interessi di singoli paesi». Violenti scontri si sono registrati anche nella città portuale di Mariupol, nel Donbass, così come in altre regioni del paese.