Su i prezzi delle materie prime. Giù di diversi punti le piazze mondiali. Sprofonda la borsa di Mosca

Effetto valanga sui mercati, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha destabilizzato non poco le principali piazze finanziarie mondiali. Degna di nota soprattutto la contrazione che ha interessato la borsa di Mosca che, dopo aver sospeso le contrattazioni per l’eccesso di ribasso, ha registrato imponenti sali scendi, per poi stabilizzarsi intorno alle 13 italiane tra il -30 ed il -35%. Tra i titoli peggiori Gazprom, Lukoil e Sberbank (oggetto di sanzioni da parte dei paesi occidentali). Di fatto, in poche ore la borsa di Mosca ha bruciato oltre 200 miliardi di dollari di capitalizzazione mentre il rublo ha registrato un crollo di quasi quattro punti rispetto al dollaro. In Europa la maglia nera spetta a Milano, con il FTSE MIB che mentre scriviamo viaggia sotto di oltre cinque punti percentuali, scendendo al di sotto dei 25mila punti. Importanti le vendite su UniCredit e Pirelli che scendono di oltre dieci punti e di oltre nove. Vendite pesanti anche a Francoforte, dove il DAX (l’indice di riferimento della Deutche Borse), replicando l’andamento dei 30 titoli con maggiore capitalizzazione, a metà seduta riportava un calo del 5%. Male anche il CAC40: la borsa francese al giro di boa mostrava un -4,9%. Leggermente meno consistenti le vendite a Londra: -3,1%. Non esenti da perdite i listini statunitensi e quelli asiatici. Per quanto riguarda le materie prime, la notizia dell’invasione ha fatto schizzare i prezzi di Petrolio e Gas, con il Brent del Mar del Nord scambiato sopra i 100 dollari al barile e il gas venduto ad Amsterdam (benchmark europeo) oltre i 115 euro al megawattora.