A gennaio, il livello di richieste più basso dall’inizio della pandemia nel 2020

Un dato che non deve sorprendere, in quanto risente fortemente della decisione del governo di non rinnovare gli ammortizzatori sociali con causale Covid-19, scaduti a dicembre. Secondo uno studio del centro studi di Lavoro&Welfaare e di Studio Labores, al cui interno troviamo il già ministro del lavoro e delle politiche sociali, Cesare Damiano, le ore di ammortizzatori sociali autorizzate a gennaio fanno registrare il dato più basso da aprile 2020, da quando, cioè, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19 è diventato massivo. Come si ricorderà, dopo il primo decreto-legge di febbraio 2020 destinato alla zona rossa di Lombardia e Veneto, una decina di comuni in tutto, arrivò, a marzo, un secondo provvedimento urgente valido per tutto il territorio nazionale. Contemporaneamente, con l’estendersi della cassa in deroga, la ministra Nunzia Catalfo promosse una intesa fra le parti sociali e l’Abi per l’anticipo degli assegni spettanti, accordo che, però, non ha mai funzionato perché, come osservò da subito l’Ugl, carente sotto il profilo delle garanzie dello Stato. Tornando ai numeri della cassa integrazione, lo studio evidenzia un altro aspetto interessante. Da giugno a novembre, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è sempre stato in calo; con dicembre, le richieste sono invece aumentate, con le imprese che, evidentemente, hanno voluto sfruttare le ultime opportunità.