di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Sempre protagonista la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: a quasi un anno di distanza, ecco un altro “sofagate”. Il primo incidente diplomatico era avvenuto lo scorso aprile ad Ankara, con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan che aveva riservato una sola poltrona al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, lasciando alla von der Leyen un posto di second’ordine, sul sofà riservato agli accompagnatori di rango meno elevato. Adesso, il 17 febbraio, in occasione della visita dei leader politici africani a Bruxelles per il vertice Ue-Africa, è accaduto di nuovo. Il ministro degli esteri ugandese, il generale Odongo Jeje, dopo aver salutato con una stretta di mano, come da protocollo, il presidente del Consiglio europeo Michel ed anche il presidente francese Macron, passando accanto alla von der Leyen non solo non l’ha salutata allo stesso modo degli altri, ma non le ha neanche rivolto un accenno, ignorandola completamente. A cercare di risolvere l’incidente, non Michel, visibilmente in difficoltà, ma di nuovo immobile, come in Turchia, ma Macron, che, dopo la foto di rito, indicandogli con la mano la presidente Ue, ha suggerito a Jeje, con una certa fermezza, di salutarla. Il video dello sgarbo istituzionale, come prevedibile, sta spopolando sui social, scatenando inevitabili polemiche. Ci risiamo. Questa situazione, come quella, analoga, turca, dimostra alcune cose, nessuna delle quali troppo riassicurante. In primis questi atteggiamenti, che probabilmente non avrebbero avuto luogo se al posto della von der Leyen ci fosse stato un presidente della commissione Ue di sesso maschile, testimoniano in modo eloquente quanto la situazione delle donne al di fuori dei confini dell’Occidente, sia ancora di sottomissione e discriminazione. Non solo, confermano la debolezza dell’entità Ue nel consesso internazionale, oggi ancora più preoccupante per noi cittadini europei, dati i venti di guerra che si agitano sui nostri confini orientali: cultura maschilista o meno, se l’Europa fosse un interlocutore politicamente forte ed autorevole, nessun leader si permetterebbe simili offese. Troppo accondiscendente, di nuovo, anche la reazione dei vertici Ue, della stessa von der Leyen come di Michel. L’atteggiamento più deciso ed anche più rispettato del Presidente francese Macron testimonia che l’Europa non è altro che una costruzione ancora tecnicistica e che, invece, le decisioni più importanti vengono prese altrove ed è altrove il peso politico, ai vertici di quei grandi stati nazionali che fanno in tutto e per tutto da traino nella Ue, come in questo caso la Francia, oppure anche nelle strutture economiche sovranazionali, lasciando nient’altro che uno spazio residuale a Commissione e Parlamento Ue. Un vero e proprio sgarbo all’Europa, non una semplice gaffe, che dovrebbe farci riflettere.