Lo rivela l’Istat, sottolineando che l’emergenza sanitaria ha inciso meno su divorzi e separazioni

Nel 2020, l’emergenza sanitaria ha spinto «molte persone a rinviare o rinunciare alle nozze». Così l’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica, sottolineando che i matrimoni celebrati in Italia sono stati 96.841, con un calo complessivo del 47,4% che ha coinvolto principalmente le nozze con rito religioso (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). Il miglioramento della situazione pandemica e il conseguente allentamento delle misure restrittive hanno consentito un’inversione di tendenza – da gennaio a settembre 2021 i matrimoni sono raddoppiati su base annua, secondo i dati provvisori –, pur non permettendo di recuperare «quanto perso» nel 2020: nel confronto su base annua, la variazione rimane negativa (-4,5%) e «in linea con la diminuzione sperimentata negli anni recenti». L’ISTAT ha registrato differenze a livello territoriale – il calo è molto più pronunciato nel Mezzogiorno (-54,9%) rispetto al Centro (-46,1%) e al Nord (-40,6%) –, spiegando che «la diversa intensità nella diminuzione» è «riconducibile anche alle diverse tipologie di celebrazioni e festeggiamenti e al livello di partecipazione che in genere contraddistinguono le tradizioni del nostro Paese». Nel 2020, sono diminuite le separazioni (-18,0%) e i divorzi (-21,9%), entrambi nuovamente crescita nel 2021: secondo i dati provvisori, relativi ai primi nove mesi del 2021 l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+36,4% per le separazioni e +32,8% per i divorzi) ha riportato a livelli simili a quelli del 2019.