A gennaio -32,9% rispetto allo stesso mese del 2019

Il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (Ue+EFTA+Regno Unito), che non aveva manifestato alcun segnale di ripresa nel 2021 dopo la drastica caduta del 2020, apre il 2022 ancora fortemente in crisi, registrando 822.423 autovetture nuove, il 32,9% in meno rispetto al gennaio del 2019. È quanto emerge dalle ultime analisi del Centro Studi Promotor, secondo cui, quindi, il settore si mostra ancora su livelli inferiori rispetto al periodo pre pandemico. Una situazione legata non solo alla pandemia di per sé, ma anche alle difficoltà della fornitura di microchip, che rendono più complicata l’attività produttiva. Fattori ai quali nell’ultimo periodo si sono sommate anche le incertezze legate all’inflazione e al caro-energia, che si ripercuotono sui carburanti: secondo le ultime rilevazioni del Ministero dello Sviluppo Economico la benzina self viaggia intorno a 1,850 euro al litro, il diesel a 1,724. Basti pensare che rispetto al gennaio del 2019 sono ancora indietro tutti e trenta i Paesi dell’area geografica considerata dall’indagine, tranne Cipro e Islanda, dove si registrano rispettivamente miglioramenti di 8,7 e di 4,4 punti percentuali. Rispetto al periodo precedente la pandemia, il risultato peggiore è quello della Spagna, con un calo delle immatricolazioni del 54,7%, seguita dall’Italia, con un -34,8%; dalla Germania, -30,7%; e dal Regno Unito, che riporta invece una flessione del 28,5%. L’unico segnale positivo «nel quadro fosco del mercato automobilistico» europeo, spiega poi il Centro Studi Promotor, «è che in tutti i paesi, compresa l’Italia, cresce l’interesse per le soluzioni elettriche che vedono incrementarsi le loro quote di mercato».