«Non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio»

«C’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro». Questa è una delle modifiche alla relazione sul Piano di azione anti-cancro, approvate ieri sera dal Parlamento europeo. Dal testo è stato rimosso anche il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta. Aggiunto invece l’invito modificare l’etichettatura delle bevande alcoliche, includendo informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol. Respinto l’emendamento che modificava il riferimento al ricorso alla tassazione tra le opzioni per scoraggiare il consumo nocivo di bevande alcoliche. «Ci siamo opposti alle strumentalizzazioni e, ancora una volta, al tentativo di etichettare le nostre eccellenze in maniera fuorviante, con improbabili bollini neri. Non ci stancheremo mai di ripetere che la cultura alimentare non può essere omologazione e condizionamento», ha commentato su Facebook il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. Soddisfatte le associazioni di categoria. «È stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del Cancer plan proposto dalla Commissione europea», ha osservato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, ricordando il peso del settore, che fattura 12 miliardi di euro l’anno e impiega (direttamente o indirettamente) 1,3 milioni di lavoratori, sull’economia italiana.