La Nato: «Finora nessuna de-escalation»

L’Ucraina celebra oggi la Giornata dell’unità, indetta dal presidente Volodymyr Zelensky nel giorno in cui si temeva che la Russia potesse invadere il paese. In molti hanno accolto l’appello del capo dello Stato a innalzare le bandiere e a intonare l’inno nazionale alle 10 in punto. A Kiev, inoltre, alcune decine di persone si sono riunite nella celebre Piazza dell’Indipendenza. Mentre si aprono gli spiragli di dialogo nell’ambito della crisi tra Russia e Ucraina, il discorso di ieri di Joe Biden è la dimostrazione che gli Stati Uniti mantengono un atteggiamento di prudenza rispetto alle mosse di Mosca. Così come la Nato che ha riferito di non aver ancora visto segnali tangibili che confermino una de-escalation, anzi, il segretario generale Jens Stoltenberg rilancia: la Russia continua a rafforzare la sua presenza militare. Mosca, però, ha annunciato la fine delle esercitazioni militari in Crimea, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’imminente operazione militare. I soldati, ha reso noto il ministero della Difesa, stanno tornando alle loro guarnigioni, notizia che segue un primo ritiro delle truppe russe dai confini avvenuto ieri. Ma anche su quest’ultimo punto Washington resta con la guardia alta (un attacco «resta sempre possibile», ha affermato Biden a tale proposito). Dagli Stati Uniti è arrivata inoltre una condanna alla proposta della Duma di riconoscere l’indipendenza delle due repubbliche separatiste ucraine. Una tale mossa, secondo il segretario di Stato, Antony Blinken, «costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale». I ministri degli Esteri del G7 terranno sabato una riunione sulla situazione in Ucraina.