Ma la Nato: «Nessun segno sul terreno de-escalation»

«La Russia non vuole la guerra ed è pronta a proseguire il transito di gas attraverso l’Ucraina dopo il 2024, se ci sarà una domanda di tali forniture da parte di acquirenti europei e sarà per noi redditizio e se il sistema di trasporto del gas ucraino funzionerà». Così, oggi, il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo il loro incontro a Mosca. Ma la giornata è stata caratterizzata da un susseguirsi di informazioni nell’ambito della crisi ucraina. «Non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini dell’Ucraina», ha affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Prima, infatti, era stata data la notizia che alcune delle forze russe schierate per esercitazioni militari nei pressi della frontiera ucraina sono rientrate alle loro basi. Una mossa che, osservazioni di Stoltenberg a parte, hanno fatto pensare ad un principio di de-escalation nell’ambito delle tensioni tra Mosca e Kiev. Del resto, soltanto ieri, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva dichiarato che Vladimir Putin è «disposto a negoziare». Sempre Peskov ha riferito ai media che il presidente russo scherza sugli allarmi di guerra che giungono dagli Stati Uniti. «Ci chiede di controllare se hanno pubblicato l’ora esatta in cui comincerà la guerra», ha detto Peskov. Eppure motivi per credere che un vero e proprio conflitto non sia nei piani dei russi non mancano, al netto delle rassicurazioni di Putin. Non a caso lo stesso Stoltenberg ha sottolineato che «ci sono segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo». Ciò che Putin, da parte sua, ha confermato durante la conferenza stampa con Scholz, è che la Russia «non accetterà mai l’allargamento della Nato fino ai nostri confini» in quanto «è una minaccia che noi percepiamo chiaramente». Oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato su Twitter di avere avuto un colloquio con il premier italiano, Mario Draghi. «Con il premier Mario Draghi – ha riferito Zelensky su Twitter – abbiamo discusso delle sfide della sicurezza che affrontano oggi l’Ucraina e l’Europa. Abbiamo avuto uno scambio di opinioni sull’intensificazione del lavoro di tutti i formati negoziali e sullo sblocco del processo di pace. Apprezzo il sostegno dell’Italia all’Ucraina».