Partono i nuovi obblighi con le relative sanzioni; gli effetti sulla pensione
Vigilia con polemiche sui nuovi obblighi in materia di green pass nel mondo del lavoro. Dal 15 febbraio, dopo un periodo di transizione utile per i ritardatari per mettersi, entra in vigore l’obbligo di super green pass per andare a lavoro per gli over 50. Il certificato verde rafforzato, come noto, si ottiene con la conclusione del ciclo vaccinale o con la guarigione dal Covid-19. Senza certificazione verde rafforzata, scatta per gli over 50 una multa di 100 euro, direttamente dall’Agenzia delle entrate. Attenzione, però, perché tale sanzione non va confusa con l’altra che viene irrogata ai lavoratori pubblici o privati che accedono al lavoro senza super green pass. Questa sanzione varia da 600 a 1.500 euro. La mancanza del super green comporta il divieto di accedere nel posto di lavoro, con conseguente assenza ingiustificata, senza conseguenze disciplinari e con il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Naturalmente, viene meno il diritto alla retribuzione ed ogni altro compenso o emolumento comunque definito. Le ripercussioni sono quindi molto importanti, sia nell’immediato che in prospettiva, in quanto la disposizione è destinata ad incidere sui premi di rendimento e, soprattutto, sul montante pensionistico, un aspetto finora poco valutato, ma che potrebbe portare a ritardare l’uscita dal mondo del lavoro di alcuni mesi. Insomma, non mancano le problematiche da risolvere.