I due aspetti sono strettamente connessi in un momento di forte transizione

Il tema è entrato prepotentemente anche nel corso dell’audizione di ieri. Cgil, Cisl, Uil e Ugl insistono sulla necessità di prevedere nuovi ammortizzatori sociali con causale Covid-19 nei prossimi mesi. L’Ugl, in particolare, ha esplicitamente fatto riferimento al 30 giugno come data minima di utilizzo, quindi un poco oltre la fine dello stato di emergenza, fissato al momento al 31 marzo. I sindacati hanno motivato la richiesta con una serie di argomentazioni. La possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali è utile sia ai lavoratori, che mantengono il posto di lavoro e salvaguardano, almeno in parte, il potere d’acquisto, ma anche alle imprese, perché si vedono ridurre il costo del lavoro, avendo peraltro famiglie che hanno un reddito disponibile per acquistare i prodotti già realizzati. Soprattutto, però, il ricorso agli ammortizzatori sociali serve per accompagnare la transizione ecologica e digitale, senza troppi e pericolosi scossoni. Giusto qualche giorno fa, lo stesso ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, annunciando il rifinanziamento del Fondo nuove competenze, aveva insistito sulla centralità della formazione che dovrebbe riguardare, oltre ai disoccupati e agli inoccupati, anche il personale attualmente in servizio. Ecco quindi il senso degli emendamenti promossi dai sindacati ai decreti legge attualmente in discussione in Parlamento, vale a dire il Milleproroghe e il Sostegni ter.