Sostegni-ter, partita tutta da giocare. Sindacati e associazioni datoriali in forte pressing sul Governo: ammortizzatori sociali, ristori più consistenti, ma anche aiuti agli enti locali

Con l’audizione parlamentare di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle associazioni datoriali, entra nel vivo il percorso che dovrà portare alla conversione in legge del provvedimento urgente noto come Sostegni ter. Un provvedimento di una trentina di articoli in tutto, con uno stanziamento inziale di poco superiore a 1,6 miliardi di euro che, però, alla luce di quanto succedendo nel Paese, non appaiono sufficienti a raggiungere gli obiettivi indicati. Del resto, lo stesso Presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, giusto ieri ha anticipato che è allo studio un intervento ben più sostanzioso. Cosa che i sindacati hanno chiesto in maniera compatta, puntando l’attenzione in particolare su alcune tematiche. Oltre che sull’intervento di contenimento dei rincari su energia e materie prime, le organizzazioni sindacali hanno insistito molto pure sugli ammortizzatori sociali con causale Covid-19. Questo perché, se è vero che l’emergenza sanitaria sembrerebbe destinata ad essere ridimensionata, è pur vero che restano assolutamente in piedi tutte le altre criticità di ordine sociale, occupazionale, economico. In questa fase, gli ammortizzatori sociali sono quindi decisivi per ridurre i costi a carico delle imprese, per assicurare la tenuta occupazionale e il reddito delle famiglie, ma anche per accompagnare, attraverso la formazione, la riqualificazione del personale dipendente, allineando le competenze a quelle richieste per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Altra questione calda è quella dello stop alla cessione del credito di imposta per la realizzazione degli interventi edilizi. Giusto il contrasto alle truffe, ma non si può bloccare un comparto trainante della nostra economia.