Oggi si celebra il Giorno del Ricordo, una data resa possibile dall’alternanza democratica

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Con la legge 94 del 2004 è stato istituito il «Giorno del ricordo», che cade il 10 febbraio, “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”. La data rievoca la pulizia etnica anti-italiana realizzata dal regime comunista iugoslavo del maresciallo Tito a cavallo della II guerra mondiale, un preciso disegno finalizzato a sradicare, con la persecuzione e la violenza, la presenza, secolare, dei nostri compatrioti nelle terre istriane, dalmate e giuliane. Un dramma che costò la vita a un numero ancora non del tutto precisato di vittime, tra le 10mila e le 30mila o forse di più, uccise in modo atroce perché italiane, e che costrinse all’esodo circa 350mila persone. Questa la storia, ma solo una parte di ciò che accadde: per motivi politici e ideologici questa tragedia nazionale non fu affrontata dagli italiani con spirito unitario e solidale, ma per decenni fu insabbiata, sminuita, negata da quella parte dei nostri concittadini che preferì identificarsi con i persecutori, perché di ideologia simile, piuttosto che con le vittime, connazionali, e anche da coloro che per ragioni di realpolitik scelsero di non turbare le relazioni del nostro Paese con la Jugoslavia e gli altri stati allora governati dai regimi comunisti. Per questo i profughi non vennero accolti con la dovuta solidarietà, ma con indifferenza ed a volte disprezzo. Persino nei libri di scuola, italiani, non c’era traccia di quanto accaduto. Solo pochi cercarono di tutelare i profughi, ricordare i caduti e difendere la verità storica, essenzialmente gli esponenti della destra politica. E fu solo a causa della presenza al governo della stessa destra, dopo decenni dagli eventi ed altrettanti di ghettizzazione, che fu possibile l’istituzione della giornata che oggi tutti celebriamo, il ristabilimento della verità, lo studio dell’accaduto nei programmi scolastici, la nascita di rappresentazioni teatrali o cinematografiche a rievocare la tragedia. Questa vicenda insegna a tutti coloro che si professano democratici a cosa serve l’alternanza politica: non si tratta solo di un cambio di posti e poltrone, ma di un’esigenza fondamentale per preservare la libertà di tutti ed evitare che una parte, troppo saldamente al potere, disconosca le ragioni altrui. Oggi chi si interroga sulle riforme costituzionali e sulle leggi elettorali dovrebbe tenere a mente il caso dell’insabbiamento del dramma delle foibe per comprendere appieno i pericoli insiti in un sistema non pienamente inclusivo e incapace di garantire la necessaria, vitale, alternanza politica.

Ricordo doveroso

Parlare di quanto accaduto, partecipare alle commemorazioni, rendere omaggio alle vittime e ai profughi. Noi dell’Ugl lo facciamo ogni anno. Non solo perché giusto nei confronti degli innocenti perseguitati solo perché italiani come noi. Ma anche perché consapevoli di quanto è costato far riconoscere le loro ragioni e i loro diritti, dalla loro stessa madrepatria. Mai dare per scontato un tributo arrivato troppo tardi e con troppa fatica. Mai far calare, di nuovo, il silenzio sulle foibe.