Intellettuali – anche di sinistra – contro l’estremismo politically correct

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

La lista è lunga, più di 7500 firme, e i nomi sono significativi, di linguisti, scrittori, artisti, filosofi e professori. Da Paolo Flores d’Arcais a Claudio Marazzini, da Francesco Sabatini ad Alessandro Barbero, fino ad Ascanio Celestini e all’onnipresente Massimo Cacciari, che ultimamente ha fatto della lotta contro gli eccessi del pensiero unico una precisa linea d’azione. Tutti hanno sottoscritto un appello su change.org contro l’abuso dello schwa, la E capovolta, nella comunicazione. I motivi che hanno portato tanti ad aderire a questa petizione sono chiariti, in modo semplice e concreto, da uno dei firmatari, Massimo Arcangeli, linguista ed accademico: a suo avviso l’utilizzo dello schwa e degli altri simboli che vorrebbero sostituire le desinenze maschili e femminili delle parole, come asterischi, chiocciole, lettera U, numero 3 ed altro, più che una necessità per garantire maggiore rispetto verso le persone cosiddette non binarie, sono invece il «frutto di un perbenismo, superficiale e modaiolo, intenzionato ad azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa dell’inclusività». Rischiando, tra l’altro, a causa dell’estremismo politicamente corretto, di trasformare la comunicazione fra esseri umani in una moderna Babele fatta di parole incomprensibili. Basta immaginare come suonerebbe all’orecchio la lettura di un testo pieno di schwa o come risulterebbe un discorso orale impostato in questo modo: una tale confusione da ostacolare la comprensione reciproca – ovvero lo scopo primario del linguaggio – anche mettendo a rischio gli individui più fragili dal punto di vita psicologico oppure affetti da dislessia. La tutela delle diversità, evitando rigorosamente ogni forma di discriminazione, tra l’altro sancita e difesa dalla legge, non può trasformarsi in una crociata contro la realtà biologica e linguistica. Cosa che, tra l’altro, oltre ad essere insensata, potrebbe anche provocare, per reazione, una crescita dei sentimenti di ostilità vero le persone che si intenderebbero proteggere. Si trovi un definitivo compromesso fra richiesta di rispetto e salvaguardia del buonsenso. Fortunatamente viviamo in un mondo aperto e inclusivo, che persegue chi offende o ghettizza e garantisce pari diritti a tutti, quello Occidentale, perché altrove ci sono concrete discriminazioni, anche per legge, contro la comunità Lgbtq. Invece che inventare battaglie inutili e controproducenti, ci si dedichi ad altri e ben più concreti problemi.

A che serve la ə?

La e capovolta, detta “schwa”, sta entrando nell’uso, mediante la comunicazione su media e social di vari opinionisti e personalità pubbliche italiane e internazionali, con lo scopo di rendere neutri i termini con desinenza maschile o femminile nel tentativo di superare, anche nel linguaggio, la distinzione fra generi. Una forma di estremismo, che intende rivoluzionare la comunicazione e di conseguenza anche gli schemi mentali con i quali l’umanità è vissuta per millenni, immaginando un mondo di natura indefinibile.