Il leader russo spiega però di non aver preso «impegni»

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha garantito «che non ci sarà un’escalation». Così il presidente francese, Emmanuel Macron, l’indomani il faccia-a-faccia – i due hanno avuto un colloquio di circa cinque ore – con il leader del Cremlino. «Si trattava per me di bloccare il gioco per impedire un’escalation e aprire nuove prospettive. Quest’obiettivo per me è stato raggiunto», ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, incontrando l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, nell’ambito di un tour nell’Europa orientale che lo vede impegnato nell’evitare un peggioramento della crisi che coinvolge Russia, Nato, Usa, Ucraina e l’Unione europea, quest’ultima dipendente dal gas russo e preoccupata da un’eventuale stop all’approvvigionamento in caso di conflitto, dato quasi per certo dalla Casa Bianca. Macron avrebbe voluto ottenere da Mosca il ritiro (completo o parziale) delle migliaia di soldati ammassati lungo le frontiere con l’Ucraina. Non c’è riuscito. Parlando ieri alla stampa, Putin ha spiegato di non aver preso impegni concreti con Macron, auspicando comunque che il «dialogo» con i Paesi occidentali prosegua. La crisi è tutt’altro che disinnescata, d’altronde: secondo il capo del Cremlino, Nato e Usa non hanno fornito le garanzie sulla sicurezza chieste da Mosca, preoccupata da un’eventuale espansione dell’Alleanza atlantica al ridosso dei propri confini, e quindi il problema «rimane aperto per la Russia e rimane anche cruciale».