Scholz vede Biden: «Mosca pagherà un prezzo altissimo»

La crisi ucraina rimane il dossier più importante sul tavolo dei leader di mezzo mondo, chi più e chi meno impegnati in prima persona per avviare una de-escalation. Oggi il presidente francese, Emmanuel Macron, ha incontrato l’omologo russo, Vladimir Putin, a Mosca, per convincerlo a ritirare tutte le truppe (o una parte di esse) ammassate lungo il confine con l’Ucraina. Il faccia-a-faccia è solo una delle tappe del tour in Europa orientale di Macron, che domani sarà a Kiev per vedere il presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj. L’inquilino dell’Eliseo vuole scongiurare una guerra, che metterebbe a rischio anche la sicurezza energetica dell’Unione europea, per poi capitalizzare un eventuale successo alle elezioni presidenziali francesi. Al momento, il leader russo non sta lanciando segnali distensivi: oggi il Cremlino ha annunciato che Putin non parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il più importante evento annuale dedicato ai temi più urgenti della politica di sicurezza internazionale, che riunisce capi di Stato e di governo. Oggi il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, è stato ricevuto dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso della sua prima visita internazionale dal giorno dell’insediamento. Prima dell’incontro, Scholz, che incontrerà anche Putin il 15 febbraio, ha detto che la Russia «pagherà un prezzo molto alto», in caso di invasione, e che la replica di Nato, Ue ed Usa sarà «unita e risoluta». I Paesi occidentali premono per una soluzione diplomatica alla crisi, ma il tempo non potrebbe essere moltissimo. Secondo la Casa Bianca, le probabilità di invasione sono molto alte – circa il 70% – e che un eventuale attacco potrebbe essere sferrato nella seconda metà di febbraio, quando le condizioni meteorologiche saranno favorevoli ai russi: con le strade ghiacciate le truppe possono muoversi rapidamente e in due-tre settimane raggiungere Kiev.