Oggi colloquio telefonico Lavrov-Blinken

Gli Usa sono «pronti a tutto quello che può accadere», ma invitano la Russia ad «una de-escalation militare» e a seguire la «via» della «diplomazia». Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, sintetizzando con una manciata di parole la posizione americana nella crisi che coinvolge la Russia, l’Ucraina e la Nato. Ieri, in occasione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, i due Paesi si sono scambiati accuse reciproche: da una parte Washington ha denunciato l’aggressività russa, dall’altra Mosca ha negato intenzioni bellicose contro il vicino ucraino – «Le truppe russe erano nelle stesse caserme di prima», questa la posizione espressa dall’ambasciatrice russa –, confessando un certo stupore nella decisione di convocare il Consiglio di Sicurezza sulla base di quelle che, secondo il Cremlino, sono accuse non supportate da prove. Prove che, sostiene con forza Washington, ci sono eccome. Per disincentivare qualsiasi tipo di intervento armato russo, gli Stati Uniti hanno stilato una lista di personalità russe che saranno sanzionate in caso di aggressione all’Ucraina. L’elenco è riservato, ma dovrebbe includere persone vicine al presidente russo Vladimir Putin. Che, nel frattempo, ha avuto dei colloqui telefonici con alcuni leader occidentali. Il leader del Cremlino ha parlato con il premier britannico Boris Johnson e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Entrambi, Draghi e Johnson, hanno invitato l’interlocutore ad una de-escalation, impegnandosi a trovare una soluzione diplomatica alla crisi.