di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

È scomparso oggi, a 92 anni, un decano del giornalismo italiano: Tito Stagno. Non noto ai più giovani, era un popolarissimo volto storico della Rai e resterà per sempre nella storia della televisione italiana e nella memoria di milioni di telespettatori come il telecronista che ha accompagnato per mano gli italiani durante il primo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna, nel lontano 20 luglio 1969.
È una coincidenza che ciò sia avvenuto proprio in un momento in cui tante nostalgie sembrano tornare a galla, quasi provocate dalla rielezione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Le immagini dell’allunaggio e la lunghissima veglia, circa 25 ore di trasmissione seguita da 30 milioni di persone, non possono non far ritornare alla memoria, per chi l’ha vissuto in prima persona, nostalgie del passato. Di un passato che non tornerà più. Per fortuna, in non pochi casi.
Così come le maratone televisive, che abbiamo seguito per non perdere un secondo di una delle più difficili elezioni del Capo del Quirinale della storia, hanno fatto riemergere in alcuni antichi ricordi. Non è mai stata facile un’elezione del Presidente della Repubblica e anche se quella attuale fosse stata la più difficile, non provo alcuna nostalgia per i tempi che furono. Non per il pentapartito né per la Democrazia Cristiana, per intenderci, della quale tanti ex parlamentari di lungo corso sono stati più volte intervistati e ascoltati per esprimere pareri non sempre neutrali e disinteressati. È molto facile, fin troppo facile, affermare che si era migliori “una volta”. Ritenere però che ciò sia vero per tutto “puzza” di operazione nostalgia assai poco veritiera e auspicabile.
Stessa cosa sta accadendo, purtroppo, anche con la legge elettorale. Finita nel dimenticatoio, è riemersa o, meglio, qualcuno sta tentando di farla riemergere nel tentativo di rispolverare il vecchio – e dal mio punto di vista malandato – proporzionale, come fosse una volontà espressa, indirettamente attraverso i sondaggi, dagli italiani per la loro spiccata predilezione verso Sergio Mattarella, la cui rielezione “ha messo d’accordo” la maggioranza dei partiti. Posto che Mattarella ha impiegato diversi anni, come tanti altri Capi dello Stato, per farsi apprezzare e amare dagli italiani, in realtà questi ultimi una volontà l’hanno più volte espressa in occasione di diversi referendum sulla legge elettorale nel 1991 e nel 1993 e le loro scelte sono andate a favore dell’abolizione di meccanismi, come il sistema delle preferenze plurime ad esempio, che del proporzionale erano strumenti essenziali. Quindi attenzione, vorrei dire a quelle forze politiche che vorrebbero riportare le lancette del tempo all’indietro, attenzione a non insistere e a non disallineare la politica e le istituzioni ancora di più dai sentimenti e dalle vere esigenze degli italiani.