di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Mattarella è ancora il presidente della nostra Repubblica, dopo la scelta compiuta dai grandi elettori lo scorso sabato. Non siamo i soli a dirlo, la vicenda politica che ha portato alla sua rielezione non sarà ricordata certamente come una delle migliori nella storia italiana. Per la seconda volta nel giro di due mandati presidenziali il Parlamento ha scelto di rinnovare la carica al Capo dello Stato uscente, non riuscendo a trovare un’altra soluzione, forzando l’impianto che era stato ideato dai costituenti, che avevano previsto una durata settennale per la carica di Presidente della Repubblica. Non solo: la tenacia con la quale la sinistra si è opposta a qualsiasi nome proposto dalla destra ha dimostrato altre due cose, niente affatto incoraggianti. La prima: la compattezza con la quale in questo Paese da una parte politica viene impedita all’altra parte, tra l’altro maggioritaria, una piena rappresentanza, una inclusione completa nelle istituzioni. La seconda: l’incapacità o la mancanza di volontà della destra o parte di essa di far valere fino in fondo le proprie ragioni. Una situazione che certamente, da entrambi i lati, andrà sanata con un profondo rinnovamento, per permettere che nel nostro Paese ci sia un’alternanza benefica, sia dal punto di vista delle azioni messe in atto dai diversi governi, che da quello di una maggiore unità fra popolo, compresa quella parte che ormai da oltre vent’anni non si vede più sufficientemente rappresentata a livello nazionale, e istituzioni. Una situazione certamente figlia della pandemia, della necessità di garantire stabilità all’Italia in una fase ancora tanto difficile sia dal punto di vita sanitario che economico e sociale, ma anche degli accadimenti del 2018, delle elezioni che hanno dato vita a questo Parlamento, per la prima volta diviso in tre poli e non due. Con la presenza del Movimento 5 stelle, maggiore gruppo parlamentare, che ha condizionato profondamente questi anni. Prima spostando l’ago della bilancia a seconda delle alleanze estremamente variabili, poi, tra la legge per il taglio dei Parlamentari e il proprio declino nei consensi, generando un vero panico da elezioni, rimandate a oltranza con tutte le alchimie politiche possibili, e che comunque, almeno questo è un punto fermo, dovranno svolgersi fra un anno. Un anno con un compito ben preciso che dovrebbe unire tutti: uscire dalla pandemia e impostare la ripresa e poi, forse ed almeno lo auguriamo all’Italia, sarà il momento di un nuovo inizio per la politica e per i cittadini del nostro Paese. Non cambiare Presidente, per cambiare il Paese. Con questo auspicio, a Mattarella, figura stimata e autorevole, facciamo le congratulazioni ed i migliori auguri per il prossimo settennato, suo personale e soprattutto del nostro Paese, che ha di nuovo l’onore di rappresentare ricoprendo la più alta carica dello Stato.