Il leader leghista rilancia l’idea di un contenitore ispirato al Partito repubblicano statunitense: «Solo così potremo agire in modo incisivo»

Archiviata la corsa al Quirinale, con la rielezione di Sergio Mattarella, i partiti possono tornare a concentrarsi sul futuro. Che per alcuni va ridisegnato completamente. «Le votazioni per il presidente della Repubblica hanno mostrato la potenziale forza, ma anche i limiti, della coalizione di centrodestra come è attualmente», ha osservato il leader della Lega, Matteo Salvini, in un intervento pubblicato ieri sul Giornale, utile per fare il punto della situazione alla luce dell’esito della partita per il Colle e lanciare una nuova idea. «Non basta sommare le nostre forze ma è necessario che si cominci a ragionare in un’ottica veramente unitaria», ha aggiunto, indicando la possibile strada da seguire: «È giunto il momento di federarci. Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano». Per altri, il futuro si prospetta invece burrascoso: all’interno del M5s, è in corso uno scontro tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, rispettivamente a capo delle due anime che dividono il movimento. Tra l’ex premier e il ministro degli Esteri non corre buon sangue: indicativa in questo senso il “no” espresso da Di Maio alla candidatura di Elisabetta Belloni alla presidenza della Repubblica, appoggiata dall’ex premier (con il benestare del fondatore del M5s, Beppe Grillo, anche lui descritto come “irritato” da alcune ricostruzioni giornalistiche). Probabile una resa dei conti. Difficile ipotizzare invece le conseguenze. Anche le forze politiche con un consistenza numerica parlamentare minore, ma comunque con un loro peso negli equilibri politici, ragionano su nuove opzioni: il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha proposto un polo moderato che includa Coraggio Italia-Idea Cambiamo, Forza Italia e Italia Viva. «Non solo è possibile, ma credo che in questo momento sia doveroso lavorare per costruirlo. E poi è imprescindibile una riforma elettorale in senso più proporzionale, questo maggioritario ha reso il Paese ingovernabile», ha detto in un’intervista a La Repubblica.