Green, digitale, innovazione. L’istruzione di base resta centrale, per cui è importante scegliere bene il percorso di studi

L’innovazione tecnologica, la green economy e l’internazionalizzazione sono ambiti fondamentali sui quali concentrarsi per il futuro di molte piccole aziende, intercettando fabbisogni attuali e aspettative dei consumatori, così da poter competere in nuovi mercati. Secondo i dati emersi dal Market Watch di Banca Ifis, l’83% delle piccole e medie imprese cerca profili tecnici, ma più della metà non li trova. Accanto ai profili tecnici, sono molto richiesti quelli digitali e, in particolare, specializzati in tecnologie 4.0. Ai candidati sono, tuttavia, richieste competenze trasversali, quali: il saper lavorare in team, essere flessibili, risolvere problemi. Il 59% delle Pmi ha bisogno di nuove competenze legate alle tecniche di produzione specifiche per il proprio settore; il 28% di collaboratori in grado di gestire soluzioni digitali; il 26% di profili amministrativi e il 24% di soggetti specializzati nell’industria 4.0. Nel prossimo triennio, le figure esperte di tecniche produttive rimarranno le più ricercate (42%), seguite da quelle che possono contare su competenze digitali e 4.0 (entrambe al 39%). Molto ricercate anche le cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità relazionali o di comunicazione in grado spesso di fare la differenza all’interno di un gruppo, e che pesano in media per quasi la metà (45%) nel profilo tipo ricercato dalle aziende. Tutte informazioni molto utili nel momento in cui le famiglie sono impegnate a scegliere la scuola per i propri figli.